Un’altra figura centrale nell’ordine domenicano è quella di sant’Alberto Magno. Forse meno noto del suo grande allievo, san Tommaso d’Aquino, con i suoi multiformi interessi, soprattutto nel campo delle scienze naturali, sant’Alberto Magno è stato uno straordinario testimone di come nell’Ordine dei Predicatori il servire e lodare Dio si possa realizzare occupandosi non solo di teologia e filosofia ma anche dello studio di quello straordinario esempio della saggezza e dell’amore di Dio che è il creato.
Ricordato soprattutto per essere stato maestro di Tommaso d'Aquino, sant'Alberto Magno risulta una figura non adeguatamente conosciuta ed apprezzata: eppure i suoi meriti di uomo di cultura e di fede sono numerosi e assai rilevanti.
Alberto nacque a Launingen sul Danubio tra la fine del secolo XII e gli inizi del XIII. Entrato assai giovane nell'Ordine domenicano, manifestò grande propensione per gli studi, che seguì in varie sedi in Italia, per concluderli a Colonia, diventando teologo. Dopo un soggiorno a Parigi, ove tenne cattedra per tre anni, rientrò a Colonia, con il compito di dirigere lo "Studium generale", da poco istituito dai frati predicatori: qui egli ebbe come discepolo Tommaso d’Aquino, del quale promosse e incoraggiò la brillante carriera.
A Colonia Alberto si impose non soltanto quale ottimo docente, ma anche come personalità di grande prestigio pubblico: nel 1252 fu artefice della pacificazione fra la municipalità e l'arcivescovo e due anni più tardi venne nominato provinciale dell'importantissima provincia teutonica. Sollevato da questo gravoso compito - peraltro da lui assolto con abnegazione e notevole sensibilità pastorale - Alberto potè tornare a Colonia e riprendere gli studi; ma non per molto: nel 1260 il papa Alessandro IV lo volle vescovo di Ratisbona.
Ottenuto di poter lasciare questa nuova carica, riprese con grande lena il lavoro intellettuale, non potendo tuttavia sottrarsi a ulteriori diversi incarichi che la vastissima stima di cui godeva gli procurò. Nel 1277, nonostante fosse già avanti negli anni, volle recarsi a Parigi a difendere la dottrina dell'amato discepolo Tommaso, incompresa in alcuni punti e ingiustamente attaccata. Stanco e ormai debilitato, morì nella sua cella del convento di Santa Croce di Colonia il 15 novembre 1280. Venerato da antico tempo come beato (il piano terreno della sua casa natale venne trasformato in un oratorio fin dal XIV secolo). Fu dichiarato santo e Dottore della Chiesa da Pio XI nel 1931. Nel 1941 Pio XII lo elesse a protettore degli studi di scienza naturale.
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