Pagine

25 aprile 2010

XXVII - XXIX. L'arte della guerra

Chi ha letto "L'arte della guerra" di Sun Tzu sa che il miglior generale è chi vince senza combattere. Fra Umberto di Romans adotta il medesimo principio riguardo alla castità: chi è veramente virtuoso la tentazione non ha bisogno di combatterla, perchè nemmeno l'avverte. Ora, la virtù, proprio come l'arte della guerra, è una cosa che si impara. Bisogna conoscere le proprie forze, e quelle del nemico, e la conformazione del terreno.


Proprio come Machiavelli raccomanda al Principe, così Umberto raccomanda ai suoi frati - nella migliore tradizione del "realismo morale" - di sterminare il nemico molto prima che diventi potente e pericoloso. E per fare questo, Umberto, in qualità di stratega della guerra spirituale, dà qualche prezioso consiglio. Mi chiedevo, nel post precedente, perchè Umberto non ammonisse a controllare lo sguardo. Ed ecco che la prima pedina che il frate domenicano suggerisce di muovere è propria questa: attenti a cosa guardate! attenti a dove vi casca l'occhio... e la freccia del mouse!

XXVII. Sforziamoci quindi, fratelli, di preservare nel corpo e nella mente la continenza che noi proclamiamo cingendoci i fianchi (Lc 12) ed il seno con l'aurea cintura (Ap 1). Se, invero, la tentazione della carne o del demonio ci spinge la peccato, almeno non soggioghi una mente che resiste con fortezza.

Cambia molto avere le virtù cardinali o quelle purgative o quelle eroiche, poichè le ultime sono migliori delle prime tanto quanto possiedono già dopo il trionfo la quiete della purezza sincera. Infatti, sebbene sia assolutamente lodevole resistere ai desideri carnali, ancora più lodevole è non sentire le incitazioni della tentazioni. Infatti, nonostante si vinca in battaglia, comunque si viene colpiti e feriti. E anche nel caso di un tumulto che uno seda con le armi: proprio quando si sperava di avere ottenuto la pace, ecco che il tumulto scoppia di nuovo. Mai, battagliando, si potrà essere sicuri di un nemico, se poi, dopo la vittoria, lo si lascerà padrone nei suoi territori. Davide, dopo aver smesso di combattere perchè aveva sottomesso i nemici, era più sicuro che quando era sottoposto ai pericoli della guerra (2Re 11). Nell'arca di Noè la situazione viene dichiarata tranquilla quando tutti gli animali si riposano e si sono calmati (Gn 8). E allora noi giungiamo a questa lodevole pace, quando non abbiamo più bisogno di combattere contro i vizi che ci tentano, ma, appena ci si presentano davanti all'occhi della ragione, ci schifano peggio che un serpente (Qo 21).

XXVIII. Dobbiamo evitare non solo le nefaste opere della lussuria, ma anche le circostanze che ci spingono ad esse, come occhiate incaute, toccatine, baci e abbracci, frequenti chiaccherate e risata.

XXIX. E infatti, poichè la morte entra attraverso le nostre finestre (Ger 9), è necessario che lo sguardo stesso venga controllato con molta attenzione, affinchè, mentre incautamente guardiamo cose esteriori, non perdiamo ricchezze interiori. Certamente se Davide avesse evitato certi sguardi incauti, non sarebbe caduto affatto in tanta mala tentazione (2 Re 11). E anche Dina perse la castità, poichè gironzolando per guardare le donne della regione, non pensò a custodire se stessa (Gn 34). Ci tramanda un esempio per proteggere il nostro sguardo il Salvatore nostro, che, quando venne deriso, non rifiutò che i propri occhi fossero velati (Mc 14). Di conseguenza, caviamoci gli occhi che ci scandalizzano, secondo il consiglio del Signore, così che ci sforziamo di distogliere con naturalezza lo sguardo, per non assorbire vanità.

Continua qui.

4 commenti:

  1. Mi domando se i consigli di Umberto non siano troppo "difensivi", quasi del tipo di mettersi sotto una campana di vetro, anche se ricorre alle opportune citazioni bibliche. Non sarebbe meglio spiegare la bellezza della castità, che non deve essere vissuta come una menomazione, ma come un dono a Dio, una castità consacrata e soprattutto motivata?

    Anselmo

    RispondiElimina
  2. il dubbio mi pare legittimo, ma a difesa di Umberto posso segnalare i paragrafi XIX-XXII (i post su Umberto sono linkati a ritroso: li trovi linkati nel post linkato a questo), che sottolineano la bellezza della castità.

    RispondiElimina
  3. Grazie per questo prezioso commento!
    Mi sono imbattuto per caso sulla pagina di questo blog e l'ho trovata molto utile... Il caso poi vuole che proprio un paio di settimane fa io abbia acquistato il libro di Sun Tzu "L'arte della guerra", quindi faccio tesoro delle parole dell'autore e lo ringrazio ancora per aver condiviso la sua riflessione.
    Un inchino,
    Giacomo di Capri

    RispondiElimina