Negli stessi anni in cui San Francesco iniziava la sua esperienza di fede, un chierico castigliano, Domenico di Guzman, avviò un’esperienza religiosa che somigliava per certi aspetti a quella francescana ma se ne discostava per altri.
Domenico, in qualità di vice priore del capitolo del duomo di Osma aveva accompagnato il proprio vescovo Diego in una missione diplomatica nella Germania del Nord, compiuta per conto del re di Castiglia (1203). Alla fine del viaggio essi constatarono la devastazione causata dai Cumani, popolazioni pagane dell’Europa centrale, e decisero allora di dedicarsi all’evangelizzazione di questi popoli. Per ottenere l’approvazione del loro progetto si recarono a Roma presso papa Innocenzo III, il quale però ricordò loro che c’erano impegni più urgenti in Francia meridionale. Al ritorno in Spagna attraversarono la contea di Tolosa e, dopo aver soggiornato in questa città, presero coscienza della diffusione dell’eresia catara.
Nell’agosto 1206 incontrarono a Montpellier i legati cistercensi inviati dal papa nella regione per predicare contro gli eretici e che, scoraggiati dalla negativa accoglienza delle popolazioni locali, stavano abbandonando la missione. Colpiti dal lusso dei loro vestiti che contrastava con la semplicità di vita dei perfetti, decisero di rimanere in Linguadoca e di tentare di riguadagnare gli abitanti della regione alla fede cattolica con una predicazione itinerante di tipo apostolico imperniata sui canoni dell’umiltà accompagnata da un concreto esempio di povertà. Essi accettarono di affrontare i catari in pubbliche controversie riuscendo anche a imporsi, come a Montréal nel 1207, grazie alla loro conoscenza delle Scritture e alla testimonianza evangelica. Nello stesso anno Domenico fondò a Prouille una comunità religiosa destinata ad accogliere le donne che abbandonavano l’eresia catara.
Domenico, in qualità di vice priore del capitolo del duomo di Osma aveva accompagnato il proprio vescovo Diego in una missione diplomatica nella Germania del Nord, compiuta per conto del re di Castiglia (1203). Alla fine del viaggio essi constatarono la devastazione causata dai Cumani, popolazioni pagane dell’Europa centrale, e decisero allora di dedicarsi all’evangelizzazione di questi popoli. Per ottenere l’approvazione del loro progetto si recarono a Roma presso papa Innocenzo III, il quale però ricordò loro che c’erano impegni più urgenti in Francia meridionale. Al ritorno in Spagna attraversarono la contea di Tolosa e, dopo aver soggiornato in questa città, presero coscienza della diffusione dell’eresia catara.
Nell’agosto 1206 incontrarono a Montpellier i legati cistercensi inviati dal papa nella regione per predicare contro gli eretici e che, scoraggiati dalla negativa accoglienza delle popolazioni locali, stavano abbandonando la missione. Colpiti dal lusso dei loro vestiti che contrastava con la semplicità di vita dei perfetti, decisero di rimanere in Linguadoca e di tentare di riguadagnare gli abitanti della regione alla fede cattolica con una predicazione itinerante di tipo apostolico imperniata sui canoni dell’umiltà accompagnata da un concreto esempio di povertà. Essi accettarono di affrontare i catari in pubbliche controversie riuscendo anche a imporsi, come a Montréal nel 1207, grazie alla loro conoscenza delle Scritture e alla testimonianza evangelica. Nello stesso anno Domenico fondò a Prouille una comunità religiosa destinata ad accogliere le donne che abbandonavano l’eresia catara.
Dopo la morte di Diego, Domenico proseguì la sua azione con alcuni compagni che lo avevano seguito e Onorio III, alla fine del Concilio Lateranense IV, consacrò la fondazione dell’ordine domenicano con la bolla del 22 dicembre 1216, completata poi con un’altra del 21 gennaio dell’anno seguente. Il papa ratificò la fondazione a Saint-Romain di Tolosa di una fraternità di canonici regolari secondo la regola di Sant’Agostino ed ebbe cura di precisare che non si trattava di una casa isolata, ma di un ordine i cui frati dovevano essere “i campioni della fede e i veri luminari del mondo”.
Il papa prende questo ordine sotto il suo “governo” il che vuol dire che i frati predicatori avrebbero servito e aiutato la S. Sede nel ricondurre all’ortodossia le anime fuorviate o conquistare a Cristo quelle ancora immerse nelle tenebre del paganesimo. Predicazione in seno alla Cristianità e missione fuori di essa: è questo il duplice obiettivo assegnato da Onorio III ai discepoli di san Domenico.
Quando fu presa tale decisione pontificia san Domenico era a Roma, ma all’inizio della quaresima del 1217 tornò a Tolosa e il 15 agosto organizzò la prima spedizione dei suoi frati: quattro furono inviati in Spagna e altri otto a Parigi. Negli anni seguenti le fondazioni si moltiplicano e lo stesso san Domenico promuoverà nella sua terra di origine la fondazione di due conventi, a Segovia e a Madrid. In Francia la casa di Parigi prospera e in Italia viene fondato il convento di Bologna la cui università era celebre in tutta la cristianità. A Roma, una bolla del 3 dicembre 1218 affida ai frati predicatori la chiesa di S. Sisto.
Il papa prende questo ordine sotto il suo “governo” il che vuol dire che i frati predicatori avrebbero servito e aiutato la S. Sede nel ricondurre all’ortodossia le anime fuorviate o conquistare a Cristo quelle ancora immerse nelle tenebre del paganesimo. Predicazione in seno alla Cristianità e missione fuori di essa: è questo il duplice obiettivo assegnato da Onorio III ai discepoli di san Domenico.
Quando fu presa tale decisione pontificia san Domenico era a Roma, ma all’inizio della quaresima del 1217 tornò a Tolosa e il 15 agosto organizzò la prima spedizione dei suoi frati: quattro furono inviati in Spagna e altri otto a Parigi. Negli anni seguenti le fondazioni si moltiplicano e lo stesso san Domenico promuoverà nella sua terra di origine la fondazione di due conventi, a Segovia e a Madrid. In Francia la casa di Parigi prospera e in Italia viene fondato il convento di Bologna la cui università era celebre in tutta la cristianità. A Roma, una bolla del 3 dicembre 1218 affida ai frati predicatori la chiesa di S. Sisto.
Se avete interesse nello scoprire la Basilica di san Sisto di cui si parla, cliccate qui:
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con un ricordo e un grazie a padre Raimondo Spiazzi o.p.
e un grazie a voi per questi articoli...
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