Nel XIII secolo l’influenza degli ordini mendicanti si è esercitata essenzialmente nelle città. La priorità riconosciuta all’apostolato nella società urbana dipendeva da molte ragioni.
Prima di tutto dal ruolo sempre più rilevante delle città sul piano politico, economico e culturale. La Chiesa si era lentamente adeguata a questa nuova realtà ma rimaneva legata ai valori della società rurale in cui si era sviluppata la maggior parte dei movimenti religiosi dei secoli XI e XII. Negli ambienti cittadini ci si arricchiva facilmente e il denaro circolava abbondantemente, anche grazie alla pratica del prestito ad usura. Numerosi uomini di Chiesa, esigenti sul piano morale, reagirono lanciando anatemi verso certe forme della vita economica e della società urbana. Non solo erano corrotti i ricchi, ma anche i poveri, spesso contadini che fuggivano dalle zone rurali e attirati dalla prospettiva del guadagno non esitavano ad allearsi con i ceti borghesi in congiure illecite, talvolta ribellandosi anche all’autorità del vescovo.
Era questa la situazione all’inizio del XIII secolo quando apparvero gli ordini mendicanti. I loro fondatori presero coscienza del fatto che la città era uno spazio umano da riconquistare dal punto di vista religioso. Nelle città della Linguadoca il problema più importante era rappresentato dalla diffusione dell’eresia a cui aveva aderito buona parte della popolazione conquistata dalla predicazione evangelica dei catari. Anche altre motivazioni spingevano i nuovi ordini religiosi a stabilirsi nelle città. La crescita rapida dei loro membri e il rifiuto di ogni proprietà fondiaria li obbligava ad inserirsi nella società urbana al fine di trovare le risorse (elemosine, ma anche lasciti testamentari) necessarie per mantenere le loro comunità. Il fatto poi che non fossero contigui ad ambienti signorili facilitava un forte influsso sul complesso delle comunità cittadine, e dunque anche sul ceto più popolare. I mercanti e gli artigiani erano spesso spinti dalla cattiva coscienza (pro male ablatis) a distribuire una parte dei guadagni ai religiosi che avevano scelto di vivere nella povertà e nell’umiltà.
Verso il 1230 i due principali ordini mendicanti avevano preso un chiaro orientamento urbano, ma fino alla metà del XIII secolo i conventi furono fondati soprattutto nei quartieri periferici delle città, generalmente all’esterno delle mura. Questo per vari motivi: da un lato essi erano poco conosciuti e quindi i vescovi concedevano loro modeste chiese periferiche o terreni situati in zone in via di urbanizzazione, ma d’altra parte questa scelta corrispondeva alle esigenze dei religiosi che nelle periferie trovavano una popolazione da poco arrivata dalle campagne e non pienamente integrata nelle strutture parrocchiali. inoltre bisogna anche tenere conto del fatto che ci furono anche dei contrasti con i sacerdoti secolari, che vedevano erose le proprie prerogative pastorali a vantaggio dei mendicanti. Invece dopo il 1250 i mendicanti cominciarono a trasferirsi e costruire chiese e conventi all’interno delle mura cittadine.
Prima di tutto dal ruolo sempre più rilevante delle città sul piano politico, economico e culturale. La Chiesa si era lentamente adeguata a questa nuova realtà ma rimaneva legata ai valori della società rurale in cui si era sviluppata la maggior parte dei movimenti religiosi dei secoli XI e XII. Negli ambienti cittadini ci si arricchiva facilmente e il denaro circolava abbondantemente, anche grazie alla pratica del prestito ad usura. Numerosi uomini di Chiesa, esigenti sul piano morale, reagirono lanciando anatemi verso certe forme della vita economica e della società urbana. Non solo erano corrotti i ricchi, ma anche i poveri, spesso contadini che fuggivano dalle zone rurali e attirati dalla prospettiva del guadagno non esitavano ad allearsi con i ceti borghesi in congiure illecite, talvolta ribellandosi anche all’autorità del vescovo.
Era questa la situazione all’inizio del XIII secolo quando apparvero gli ordini mendicanti. I loro fondatori presero coscienza del fatto che la città era uno spazio umano da riconquistare dal punto di vista religioso. Nelle città della Linguadoca il problema più importante era rappresentato dalla diffusione dell’eresia a cui aveva aderito buona parte della popolazione conquistata dalla predicazione evangelica dei catari. Anche altre motivazioni spingevano i nuovi ordini religiosi a stabilirsi nelle città. La crescita rapida dei loro membri e il rifiuto di ogni proprietà fondiaria li obbligava ad inserirsi nella società urbana al fine di trovare le risorse (elemosine, ma anche lasciti testamentari) necessarie per mantenere le loro comunità. Il fatto poi che non fossero contigui ad ambienti signorili facilitava un forte influsso sul complesso delle comunità cittadine, e dunque anche sul ceto più popolare. I mercanti e gli artigiani erano spesso spinti dalla cattiva coscienza (pro male ablatis) a distribuire una parte dei guadagni ai religiosi che avevano scelto di vivere nella povertà e nell’umiltà.
Verso il 1230 i due principali ordini mendicanti avevano preso un chiaro orientamento urbano, ma fino alla metà del XIII secolo i conventi furono fondati soprattutto nei quartieri periferici delle città, generalmente all’esterno delle mura. Questo per vari motivi: da un lato essi erano poco conosciuti e quindi i vescovi concedevano loro modeste chiese periferiche o terreni situati in zone in via di urbanizzazione, ma d’altra parte questa scelta corrispondeva alle esigenze dei religiosi che nelle periferie trovavano una popolazione da poco arrivata dalle campagne e non pienamente integrata nelle strutture parrocchiali. inoltre bisogna anche tenere conto del fatto che ci furono anche dei contrasti con i sacerdoti secolari, che vedevano erose le proprie prerogative pastorali a vantaggio dei mendicanti. Invece dopo il 1250 i mendicanti cominciarono a trasferirsi e costruire chiese e conventi all’interno delle mura cittadine.
I superiori degli ordini e il papato misero sempre più l’accento sulla missione pastorale dei mendicanti che doveva sollecitare i laici alla penitenza e alla confessione sacramentale. Le città erano i luoghi più idonei ai fini pastorali: si potevano riunire le folle nelle chiese e nei luoghi pubblici per parlare di Dio e invitare alla conversione. Inoltre, soprattutto in Italia, l’eresia era un fenomeno urbano e a partire dal 1233 francescani e domenicani furono ufficialmente incaricati dell’Inquisizione e i loro conventi si trasformarono in tribunali e a volte in prigioni.
Al termine di questo processo gli ordini mendicanti, durante gli ultimi decenni del XIII secolo, si erano profondamente radicati nel tessuto urbano e la solidarietà esistente tra loro e le città che li proteggevano si fondava su uno scambio di servizi: le municipalità assicuravano regolari sussidi sotto forma di doni in denaro, vestiti, legname. In cambio ricorrevano ai loro servizi come messaggeri, mediatori o diplomatici.
L’esempio più significativo del successo incontrato dagli ordini mendicanti è rappresentato dalle loro chiese. Mentre i fondatori avevano chiesto che i frati si accontentassero di edifici modesti, questi ultimi non tardarono ad avventurarsi nella costruzione di conventi e chiese che suscitano meraviglia per la loro grandezza.
Le deviazioni dallo spirito della Regola potevano essere giustificate dall’utilità e dalla funzionalità: la costruzione di grandi chiese doveva consentire l’accoglienza di grandi masse di fedeli e le fondazioni non avvenivano per caso ma rispondevano a criteri demografici ed economici. Verso il 1300 una città che ospitava 4 o 5 conventi di mendicanti era considerata una città importante mentre quella che, ad esempio, poteva contare sulla presenza di un solo convento non doveva avere molti abitanti. Questo potrebbe far supporre che la collocazione geografica dei conventi dei mendicanti rifletta lo sviluppo delle città dell’occidente e il loro livello di sviluppo.
Nell’affermare questo occorre tuttavia una certa cautela, perché vi sono delle eccezioni da considerare. Ad esempio in molte città non secondarie il capitolo della cattedrale - e il clero secolare - in genere oppose molte resistenze all’insediamento degli ordini mendicanti e inoltre bisogna tener conte del fatto che questi religiosi si spostavano frequentemente e avevano quindi bisogno di un ricovero sicuro ogni 30-40 chilometri e così alcuni ordini furono sollecitati a fondare conventi in località di secondaria importanza. Inoltre le regioni più urbanizzate dell’occidente furono raggiunte per prime dal fenomeno dei mendicanti mentre le altre furono coinvolte solo alla fine del XIII secolo e all’inizio del XIV. Infine, a partire dalla fine del 1300, per evitare una concorrenza esagerata tra gli ordini in un’epoca di crisi economica, il papato proibì la creazione di nuovi conventi senza la sua autorizzazione.
In conclusione si può parlare di una diffusione imponente degli ordini mendicanti negli ambienti urbani alla fine del XIII secolo; il loro successo era dovuto al fatto di offrire ai fedeli ciò che il clero secolare non offriva più: una vita morale irreprensibile e una cultura messa al servizio di una migliore trasmissione del messaggio cristiano attraverso la predicazione. I rapporti stretti con gli ambienti laici permettevano loro di conoscere adeguatamente i loro problemi per questo furono all’avanguardia della riflessione teologica in questo ambito. In genere gli ordini mendicanti riuscirono ad adempiere alla missione che la Chiesa del tempo aveva loro affidato: l’evangelizzazione della società urbana in occidente.
Andrea
Al termine di questo processo gli ordini mendicanti, durante gli ultimi decenni del XIII secolo, si erano profondamente radicati nel tessuto urbano e la solidarietà esistente tra loro e le città che li proteggevano si fondava su uno scambio di servizi: le municipalità assicuravano regolari sussidi sotto forma di doni in denaro, vestiti, legname. In cambio ricorrevano ai loro servizi come messaggeri, mediatori o diplomatici.
L’esempio più significativo del successo incontrato dagli ordini mendicanti è rappresentato dalle loro chiese. Mentre i fondatori avevano chiesto che i frati si accontentassero di edifici modesti, questi ultimi non tardarono ad avventurarsi nella costruzione di conventi e chiese che suscitano meraviglia per la loro grandezza.
Le deviazioni dallo spirito della Regola potevano essere giustificate dall’utilità e dalla funzionalità: la costruzione di grandi chiese doveva consentire l’accoglienza di grandi masse di fedeli e le fondazioni non avvenivano per caso ma rispondevano a criteri demografici ed economici. Verso il 1300 una città che ospitava 4 o 5 conventi di mendicanti era considerata una città importante mentre quella che, ad esempio, poteva contare sulla presenza di un solo convento non doveva avere molti abitanti. Questo potrebbe far supporre che la collocazione geografica dei conventi dei mendicanti rifletta lo sviluppo delle città dell’occidente e il loro livello di sviluppo.
Nell’affermare questo occorre tuttavia una certa cautela, perché vi sono delle eccezioni da considerare. Ad esempio in molte città non secondarie il capitolo della cattedrale - e il clero secolare - in genere oppose molte resistenze all’insediamento degli ordini mendicanti e inoltre bisogna tener conte del fatto che questi religiosi si spostavano frequentemente e avevano quindi bisogno di un ricovero sicuro ogni 30-40 chilometri e così alcuni ordini furono sollecitati a fondare conventi in località di secondaria importanza. Inoltre le regioni più urbanizzate dell’occidente furono raggiunte per prime dal fenomeno dei mendicanti mentre le altre furono coinvolte solo alla fine del XIII secolo e all’inizio del XIV. Infine, a partire dalla fine del 1300, per evitare una concorrenza esagerata tra gli ordini in un’epoca di crisi economica, il papato proibì la creazione di nuovi conventi senza la sua autorizzazione.
In conclusione si può parlare di una diffusione imponente degli ordini mendicanti negli ambienti urbani alla fine del XIII secolo; il loro successo era dovuto al fatto di offrire ai fedeli ciò che il clero secolare non offriva più: una vita morale irreprensibile e una cultura messa al servizio di una migliore trasmissione del messaggio cristiano attraverso la predicazione. I rapporti stretti con gli ambienti laici permettevano loro di conoscere adeguatamente i loro problemi per questo furono all’avanguardia della riflessione teologica in questo ambito. In genere gli ordini mendicanti riuscirono ad adempiere alla missione che la Chiesa del tempo aveva loro affidato: l’evangelizzazione della società urbana in occidente.
Andrea
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