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14 maggio 2010

XXXII-XXXIII. La rimozione del vizio

Siamo giunti agli ultimi due paragrafi sulla castità della lettera di Umberto di Romans ai frati predicatori. Umberto conclude con qualche consiglio pratico che valgono un po' per tutti i vizi: spegnerli sul nascere. In ogni modo, riflettendo sul tema della castità e sull'approccio molto terra terra di Umberto, non posso che chiedermi se sarebbe servito a prevenire o limitare la diffusione della pedofilia tra sacerdoti e religiosi.

Non sono davvero in grado di rispondere. Penso, però, che se la pedofilia non è semplicemente un vizio orrendo, ma "una malattia della psiche", allora tutti i saggi e cautissimi consigli di Umberto non bastano assolutamente e, forse, non servono a nulla. Con questo non voglio dire che il pedofilo sia succube delle proprie pulsione e definitivamente privato del suo libero arbitrio. Anzi, egli porta sulle sue spalle tutto il peso morale delle sue azioni. Forse, però, la strategia umbertina di prevenzione e negazione non sarebbe quella giusta. Puoi andare in giro con una cintura di castità, fasciarti gli occhi, darti al bricolage per distrarti, sforzarti di non pensarci più, ma alla fine - io mi chiedo - quelle pulsioni se ne vanno o rimangono? E se rimangono, poi, non rischiano di fare "bum!"?

Io non ho la più pallida idea di come attualmente vengano gestite queste situazioni, a quali esperti ci si rivolga, quando, dove, come e perchè, però - magari - prima di tentare di scacciare le proprie tentazioni come fossero fastidiosi mosconi, bisognerebbe riconoscere che ci sono e metterle a tavola. Bisognerebbe accettare e dare voce al disagio che ne deriva. Oltre agli eventuali benefici psicologici, ne deriverebbe anche un grandissimo beneficio morale: il riconoscimento della propria limitatezza e della propria incapacità di salvarsi da soli; l'umiltà e la fede in Cristo.

Ultima nota: non è forse stato il medesimo atteggiamento di rimozione del problema pedofilia a fare male alla Chiesa? non lo ha, forse, addirittura aggravato? Le parole di Benedetto XVI sono, a questo proposito, aria fresca: "la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia."

XXXII. I rimedi contro la lussuria sono di sicuro: schivare le familiarità sospette, non confidare troppo in se stessi, fuggire le occasioni di tentazione, turare i propri sensi, limitare i pensieri cattivi, domare la carne, resistere alle passioni nascenti, tenersi sempre occupati in attività virtuose. Infatti, l'antico nemico dà da fare con le sue male faccende a chi non ha nulla di meglio da fare.

Anche se dobbiamo combattere contro gli altri vizi, sappiate, però, che il vizio dell'incontinenza lo dobbiamo fuggire in modo speciale. Non per nulla, così come il malato non raffredda la febbre bevendo acqua gelida, ma la rinfocola, così ricercare i rimedi per la concupiscenza quando si è già in mezzo alla tentazione, non sazia nè estingue la passione.

XXXIII. Il cuore va custodito con ogni custodia (Prv 4), giacchè è chiaro che viene combattuto in molti modi. Nel resistere è anche necessario che siamo più guardinghi proprio lì dove sperimentiamo che gli attacchi del nemico sono più forti. Infatti il diavolo pone le trappole delle tentazioni più spesso lì dove ci percepisce più incauti; e si sforza maggiormente di vincerci lì dove sa che siamo più deboli.

La pace e la concordia sono sempre lodevoli tranne quando si combatte contro i vizi. A ciò si fa opportunamente cenno quando si ricorda che la torre di Davide fu munita di bastioni e che fu decorata con mille scudi e con tutte le armi dei forti (Ct 4). E ancora, i Gebusei vennero lasciati vivere tra gli Israeliti perchè questi si esercitassero nella guerra (Gdc 1) e i Maccabei ebbero il permesso ci combattere di sabato (1Mc 2), in modo che sia chiaro quanto Dio gradisca la lotta contro il vizio. Riflettete bene su quel frate che un vecchio vide attaccato attraverso immagini di varie forme che gli si formavano davanti agli occhi e che, poichè per negligenza non le respinse, macchiarono la bellezza del suo cuore di fronte al Dio che tutto scruta (Vite dei Padri). Al contrario ece bene quel frate che, tentato, per dimenticarsi meglio tali cose, si plasmò una donna di fango (ibidem).

In riferimento alla custodia del nostro cuore, un cherubino dalla spada fiammeggiante è posto davanti alla porta del paradiso (Gn 3). Sforziamoci quindi di calpestare la testa del serpente, cioè di resistere ai primi cenni di tentazione per sconfiggere il nemico quando è debole; per distruggere la depravazione quando è ancora in seme; e per sbattere contro quella pietra che è Cristo i nostri bambini (Sal 136): e se il nostro nemico ci visita spesso con le tentazioni, la sua frequenza non ci venga a noia, per non essere come pietre scavate dalle gocce non con la violenza, ma con la costanza, come nel detto: "la goccia scava la pietra non con la forza, ma cadendo spesso". Ciò traspare dalla storia di quel padre del deserto che, come un atleta di Cristo resistette alla tentazione per quarant'anni, ma che poi cadde vinto nel tempo di una notte (Vite dei padri).

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5 commenti:

  1. Caro Luca, riguardo ai casi di pedofilia occorre anche distinguere coloro che da piccoli a loro volta furono oggetto di violenza da coloro che lo hanno fatto e lo fanno per vizio, divertendosi...(per esempio il turismo pedofilo, con il silenzio del mondo e dei Media)

    Nel primo caso non si tratta certo di giustificare il male fatto, come giustamente dici "portano sulle spalle il peso morale delle loro azioni", ma certamente è un aiuto al loro recupero distinguere caso per caso...Nel secondo caso non si portano neppure il peso....

    Non sono d'accordo invece sul tuo tono pessimista a riguardo di una speranza o di un aiuto che non arriverebbe, attraverso i consigli di Umberto de Romans ^__^

    E' ovvio che nessuno di noi ha una RICETTA per debellare ogni male....i consigli che riceviamo devono maturare in ognuno di noi, devono prendere forma e vita e questo, i suoi frutti, possono variare da persona a persona, come ben sai molto dipende dalla disposizione ed anche da altri fattori:
    - abbiamo subito violenze da bambini?
    - la mia famiglia si è divisa quando ero adolescente?
    - avevo dei genitori o un padre-padrone?
    - avevo una mamma o una matrigna?
    - come era l'ambiente che mi circondava?
    ecc...
    insomma, se non andiamo alla radice dei problemi che ci inquietano, capaci anche di PERDONARE...e di perdonarci (oosia via i sensi di colpa!) perfino il Vangelo sarà inutile ^__^

    E' li che dobbiamo scavare, dentro noi stessi per poter capire cosa davvero ci inquieta e poi capire il perchè, anche a questo serve il Confessionale o il saggio consiglio di avere un padre spirituale, un confessore che ci segua ^__^

    Perchè vanno oggi di moda i psicanalisti? siamo davvero diventati tutti "matti-schizzofrenici" oppure siamo solo inquieti perchè NON siamo più capaci di andare alla radice dei problemi?
    Quale esame di coscienza facciamo?
    Quanto ci piace rimanere nella mediocrità ed accontentarci del minimo che possiamo fare?

    Umerto de Romans parte da un concetto che, parte integrante della sana Tradizione, REPRIME IL VIZIO, reprime il peccato...
    faccio un esempio: se mi viene lo schiribicchio di uccidere che faccio? mi contengo oppure vado in giro ad ammazzare qualcuno? ^__^
    Il concetto di reprimere la tentazione è stato quasi debellato dalle moderne catechesi e questo è stato un danno gravissimo...la tentazione infatti, come sappiamo, non è un peccato, ma è beato appunto chi VINCE la tentazione, chi la supera....
    è cambiato il concetto di peccato coprendolo con un Dio peluche e morbidone che tutto perdona e chiude sempre un occhio...in tal modo abbiamo indebolito la RESISTENZA al vizio, e abbiamo facilitato la tentazione...
    Dove è finito per esempio, il senso DEL PUDORE? ^__^
    lo abbiamo ancora?
    Se tornassimo indietro, alla radice del peccato e di ciò che ci inquieta, allora io credo e penso che i consigli del beato Umberto siano ancora validi e attuali!

    Non ho compreso invece la tua "Ultima nota" nel citare le parole del Santo Padre sull'aereo che lo portava a Fatima...puoi spiegarmelo? ^__^

    Grazie mille per queste riflessioni!

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  2. credo che Umberto voglia insegnare a diventare virtuosi. per farlo bisogna esercitarsi mettendo in atto certi comportamenti, che ad un certo punto diventeranno naturali.

    questo a me va benissimo, ho, però, dei forti dubbi che questo possa funzionare quando alla base di un comportamento vizioso non nè ragione nè volontà, ma un profondo disagio psicologico.

    se il comportamento dovuto al disagio di cui sopra viene interpretato male (e cioè come il frutto della propria propensione al peccato) c'è il rischio di peggiorare la situazione, cercando di cancellare questo disagio o affogando nei sensi di colpa etc.

    questo tipo di problemi va affrontato da specialisti (e non è detto che li risolvano). i direttori spirituale non lo sono specialisti. penso che sia compito di ogni direttore spirituale o confessore serio indirizzare chi soffre di problemi simili da un esperto.

    con la nota sul papa volevo evidenziare un -effettivamente un po' arduo- parallelo: come, a livello individuale, si rischia di scacciare le pulsioni pedofile senza affrontarle, così si è fatto -a livello globale- rimuovendo il problema dei preti pedofili senza affrontarlo. BXVI ha adottato un registro diverso e, secondo me, assolutamente positivo: ha preso di petto la questione senza nasconderla sotto il tappeto, ignorarla o scaricare la colpa sulla stampa massonica.

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  3. Caro Luca, riguardo ai consigli del Beato Umberto per custodire la castità, sono un po' severi, ma a volte possono essere utili, soprattutto se la passione è molto forte. Non mi piace invece l'immagine della "donna di fango". Mi pare implichi un certo disprezzo per la donna. Al riguardo, la moderna concezione della castità, senza negare l'utilità in certi casi di interventi drastici, insiste tuttavia sulla necessità di avviare con la donna un rapporto costruttivo di reciprocità in base alle qualità proprie dei due sessi. Per approfondire questa materia, mi permetto di segnalarti il mio libro "La coppia consacrata", Edizioni Vivere In 2008, che riporta gli importanti insegnamenti in materia di Giovanni Paolo II. Un caro saluto, rallegramenti per il tuo lavoro e auguri sinceri per la tua esperienza di prenoviziato. P.Giovanni Cavalcoli

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  4. Grazie Luca R per l'ulteriore approfondimento che per altro condivido perchè non è facile proprio, oggi, parlare di questi temi...

    Ti faccio un esempio concreto:
    qualche anno fa, in qualità di rappresentante dei genitori alle Medie, mi sono opposta ad una proposta di educazione sessuale in classe con la conclusione del corso di dare i profilattici ai ragazzi ed alle ragazze (inclusa mia figlia che all'epoca aveva 12 anni!!)...
    All'inizio è stata dura convincere i genitori e soprattutto le mamme che la nostra battaglia era difendere una corretta e più vera educazione sessuale ai nostri figli la quale non poteva concludersi con un " insomma, fate sesso, ma fatelo bene, PROTEGGETEVI!!"
    All'inizio ci fu molta diffidenza, ma dopo un mese di incontri e telefonate, eravamo un corpo nutrito di genitori che si opponevano a tradurre l'educazione sessuale come una sorta di libertà dell'istinto il cui apice era di proteggerlo usando un contraccettivo...

    Il bello è stato che grazie a questi incontri fra noi genitori per parlare delle strategie da usare, per non permettere la devastazione nelle coscienze dei nostri figli, chiamando con noi ovviamente un medico esperto dell'argomento ma anche cattolicamente impegnato, siamo stati aiutati a riscoprire il valore della continenza... un termine letteralmente scomparso dai nostri vocabolari, all'interno di una società che pretende il diritto della libertà a tutto fuorchè proprio alla ragione che frena l'istinto, educandolo...

    Ecco, un esempio per comprendere quanta difficoltà viviamo oggi per questioni che comunque sia hanno impegnato, nel bene come nel male, intere generazioni, culture e piazze...
    ^__^

    E un grazie a padre Giovanni...
    è molto importante quel che dice, la ringrazio di cuore, perchè oggi è difficile avviare un rapporto con l'altro/a se sullo sfondo non si proietta l'utile, il guadagno...
    Altro tema davvero da approfondire, forse Luca R riuscirà a trarne un bell'articoletto...
    ^__^

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  5. concordo con p. Giovanni. sottolineo solo che Umberto ha battuto molto sul chiodo dei consigli per la castità. nei post precedenti ne ho apprezzato l'utilità, ora ho preferito evidenziarne alcuni limiti, sulla scorta delle ultime notizie di cronaca.

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