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13 novembre 2014

L'olio della barba di Aronne

Davide inizia il Salmo 132 con la parola “Ecco”, come per indicare qualcosa che può constatare di persona, cioè la bellezza del vivere insieme tra fratelli, dove la parola “bello” non è sinonimo di facile, ma indica qualcosa di molto più alto.

Egli paragona questo stato “all'olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba”, nel capo viene vista la figura di Cristo che è capo della Chiesa, che continuamente manda quell'olio che alimenta e fortifica la sua Chiesa, infatti la “barba” rappresenta la fortezza che occorre al cristiano per compiere la sua testimonianza, proprio per questo prende in considerazione il primo martire, Santo Stefano, perché proprio in lui vediamo l' esempio di fortezza e di carità, nella sua predicazione era molto forte nel richiamare alla conversione, ma al momento del suo martirio si nota la sua forte carità, che gli permette di far richiesta al  Signore di non imputare loro questo peccato, quindi nel cristiano non possono mancare queste due qualità: FORTEZZA e CARITÀ.

Nel Salmo, l'olio continua a scendere fino all'orlo della veste. S. Agostino nella veste vede la chiesa, che deve essere continuamente lavata da ogni macchia e stirata da ogni piega, espone anche un riferimento alle antiche usanza delle lavandaie, che per lavare e stirare le vesti usavano il bastone, (per stirarle) e successivamente venivano appesi a forma di croce, in questo Agostino vede il sacrificio di Cristo, che dalla croce continua a purificare la Sua Chiesa; notiamo però che l'olio passa anche dall'orlo, quell'orlo che è situato attorno al collo, grazie al quale il capo riesce ad entrare per indossare la veste, quindi Cristo per agire nella Chiesa passa anche attraverso la concordia dei fratelli.


Agostino è pienamente convinto che i fratelli vivono assieme, solo ed esclusivamente per grazia e volontà del Signore, e non per le singole capacità dei fratelli, e per affermarlo utilizza la parte finale del Salmo: “E' come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion”, la rugiada è senza dubbio quella grazia che deve essere chiesta ogni giorno, per rispettare quanto abbiamo promesso nella nostra professione di fede; la parola ebraica “Ermon” significa “lume posto in alto”, ancora una volta si riscontra Cristo che, posto in alto (sulla croce),fa scendere la rugiada sui monti di Sion, cioè sulla sua Chiesa.

Il Salmo conclude dicendo, che il Signore in questo stato di vita comunitaria manda la sua benedizione, la vita per sempre, e per guadagnarsi questa vita senza fine bisogna adempire la legge, portando i pesi gli uni degli altri, e amando i propri nemici, perché come dice anche l' Apostolo, “Così adempirete la legge di Cristo”, e per compiere tutto questo bisogna elevare la nostra anima all'altezza del cielo, cioè abitare già da adesso nel Regno del Signore, come dice più chiaramente S. Agostino : “Dov’è che il tuo nemico ti ha creato molestie per cui l'hai dovuto maledire? Sulla terra certamente! Quindi in alto i cuori, eleva il tuo cuore in alto e, una volta in cielo, nessuno ti creerà molestie”.


                                                                     Fr. Giuseppe Giovanni M. Torregrossa OP

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