La croce, il Trono di Gloria, che ho dipinto per la cappella di studentato, è rivestita in gran parte della sua superficie con foglia d'oro, non trattata secondo la tradizionale applicazione, come a fare da sfondo e cornice al Cristo; la
preziosità e la luce che emana vogliono essere un chiaro richiamo alla regalità
e all'ineffabilità del divino, una sorta di riproposizione delle tessere musive
dei grandi mosaici basilicali, che oltre a riflettere la luce, accostavano alla
preziosità del materiale utilizzato il significato simbolico della maestà
divina.
Questi fungono da corona ad uno spazio circolare bianco, una chiara allusione al corpo di Cristo che ci è donato nell'Eucaristia. Qui emergono degli oggetti particolari da un lato la spugna inzuppata di aceto su di una canna e la lancia che trafisse il costato, dall'altra parte degli oggetti che evocano la regalità di Cristo, la verga d'argento che è il suo scettro e la spada a doppio taglio che è la sua parola. Una particolarità coinvolge questi simboli, dei rami di ulivo che richiamano la presenza dei giusti al cospetto di Dio.
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Fra Michele Domenico Maria Spinale o.p.
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