Nella sera di sabato 29 Novembre, con la celebrazione dei Primi Vespri della domenica, la Chiesa è iniziato il tempo dell’Avvento, un cammino di penitenza in preparazione alla Solennità del Natale del Signore. In questa stessa circostanza inizia anche un nuovo anno liturgico. Questo avvicendamento, simile, in qualche misura, al capodanno civile, viene dai più dimenticato o posto a margine. Tuttavia, considerato il suo valore, può valere la pena soffermarsi brevemente a considerarne il significato per la vita di ogni cristiano.
È importante che ogni anno liturgico sia considerato un grande dono che la Chiesa offre ai suoi figli a vantaggio della loro crescita nella fede e nella sequela del Signore Gesù Cristo. In questo periodo, che come l’anno civile si svolge nell’arco di cinquantadue settimane, siamo portati a ripercorrere e celebrare, nella sua interezza, il Mistero di Cristo, dall’Incarnazione fino al suo ritorno glorioso.
Nel trascorrere dei giorni, i diversi tempi liturgici (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua e Tempo Ordinario), come pure le varie Solennità del Signore alle quali giustamente si affiancano le feste della Beata Vergine Marie e dei Santi, andranno a formare quella, che a ragione Paul Claudel definiva la “corona benignitatis anni Dei”, che non solo ci ricorda l’opera salvifica operata dal Signore a nostro vantaggio, ma anche ci aiuta a tendere lo sguardo sul presente, sul Cristo vittorioso e vivente che sovrasta e include in se stesso tutta la storia.
I documenti del Concilio Vaticano II hanno sapientemente sottolineato come fulcro della fede cristiana e, quindi, di tutto l’anno liturgico sia il Mistero Pasquale del Cristo, ossia la sua Passione, Morte e Resurrezione. La liturgia della Chiesa celebra questo con particolare solennità nel giorno della Domenica, fondamento e nucleo di tutto l’anno, che ha il suo culmine nella Pasqua, definita dal Catechismo, la festa delle feste.
Accogliamo con gioiosa riconoscenza questo tempo di grazia che ci apprestiamo ad incominciare e chiediamo la grazia di poterlo vivere fruttuosamente. Sforziamoci di meditare sui misteri della nostra salvezza e di averne un’intelligenza sempre più profonda capace di alimentare in noi le virtù della Fede, della Speranza e della Carità per poter elevare insieme a Zaccaria un canto di lode al Signore, Dio di Israele, che ha visitato e redento il suo popolo.
Fr. Alessandro Benedetto M. Amprino O.P.
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