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8 gennaio 2015

Provincia d'Irlanda: Alive Alive oh!

In Irlanda li chiamano i Troubles. Non so perché questi “problemi” rimangano anonimi. Eppure sulla carta geografica dell’Europa, questi Troubles non rimangono senza nome, sono il conflitto, che ha insanguinato durante il secolo scorso l'Irlanda. Sulla mappa dell’isola troviamo due “Irlande”. Una cattolica europea, l’altra anglicana britannica. Un’isola, un popolo, due Irlande, due religioni. Quando sono stato a Dublino mi hanno invitato a vedere il “museo” dei Troubles. Ho  rifiutato di andarci. Non perché sia pericoloso per i cattolici andare in Irlanda del Nord. Anzi. C’è qualcosa che mi ha sempre frenato.


Dopo aver letto le Confessioni di san Patrizio, mi sono convinto che l'evangelizzatore dell'Irlanda, mediante la fede in Gesù Cristo, abbia unito un popolo. Grazie all’azione sacramentale della Trinità è nato il popolo irlandese. Poi però nel corso dei secoli sono successe tante spaccature, deposizioni, guerre, divisioni. La fede in Gesù non è più il collante irlandese. No. È diventato il motivo per farsi guerra insieme a tanti motivi politici e nazionali su cui non voglio entrare.


Gesù Cristo era il motivo per spargere una nuova Sunday Bloody Sunday. Ma non era la Sua Domenica. C’era solo la morte, c’era solo il dolore. C’era solo l’odio. La mia speranza è che, in Irlanda, ci sia un tempo in cui la fede in Gesù Cristo non sia fonte di violenza di divisione. Che il Suo gioioso Vangelo sia vissuto in pace, a Belfast come a Dublino. E lo Spirito del Padre aleggi sopra l’isola proprio come Molly Malone.

Alive, Alive oh!
Gesù dolce, Gesù amore
Fr. Gabriele Giordano M. Scardocci op 

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