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17 febbraio 2015

Lasciamoci visitare da Maria

All’indomani dell’avvenimento capitale dell’annunciazione, momento dal quale è cominciato il lungo cammino della Salvezza ed poco prima che la Beata Vergine prorompa nel Magnificat, il suo grande cantico profetico, l'evangelista Luca racconta che: 
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo . Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto". (Lc 1,39-45):
In questo brano San Luca dipinge una scena di intimità familiare, parla di una giovane donna che, appena venuta a conoscenza della gravidanza di un’anziana cugina, non ha perso tempo e subito si è messa in cammino per essere di aiuto e di sostegno. L’evangelista, ricordandoci della zona montuosa, fa trasparire anche la durezza che doveva comportare tale cammino. Ma la stanchezza non la scoraggia. è l’amore che la spinge, il dovere della carità. In quel momento nel ventre suo si raccese l’amore, e questo suo figlio che era l’Amore le dava la forza per andare incontro a colei che doveva partorire colui che avrebbe aperto le strade.

L’evangelista ci fa intravedere un altro aspetto fondamentale della Vergine Maria, che è l’Umiltà.La culla del mondo, con naturalezza, entrando in casa, saluta prima S. Elisabetta. Maria non è una gran dama che aspetta di essere accolta dal padrone di casa, ma è un ancella che rispetta e venera le donne più anziane. E come dice Sant’Ambrogio solo chi è superiore si reca da chi gli è inferiore per porgergli aiuto. E' lo stesso Gesù, che ancora si trovava nel grembo, che si è recato a porgere aiuto a Giovanni e lo fa sussultare. Questa è la scintilla che lo mette in moto…colui che innesca il primo movimento iniziale è sempre e solo Dio. Possiamo qui vedere come il Battista solo grazie a questa prima spinta è potuto diventare precursore. 

Ognuno di noi è chiamato a sussultare nel grembo, accettando la chiamata che ci porta a Dio, ed ognuno di noi è chiamato ad annunciare l’Amore che viene. Fra qualche giorno inizierà la quaresima, questo è un periodo di preparazione, un periodo di deserto, ove assieme con Giovanni mangeremo miele selvatico e locuste. Il deserto implica solitudine, rinuncia, cambiamento, tuttavia non dobbiamo affrontare questo periodo da soli. Se noi glielo permettiamo una giovane donna-culla del mondo si affiancherà a noi. Ella si prenderà cura di noi, ci farà da infermiera, e chi non vorrebbe farsi accudire dalla Bella Signora? come direbbe S. Bernadette. Le sue parole ci consoleranno, e il suo esempio di consacrazione sarà di esempio e di sostegno alle fatiche del nostro personale cammino di consacrazione. 

La Santa Vergine ci aiuta ad accettare il Figlio, quando incontriamo lei non possiamo fare a meno di accogliere il Figlio. Lui ci viene incontro e ci dona la Sua Grazia affinché possiamo vivere il Mistero grande dell’Amore. Tuttavia ci sono delle condizioni necessarie affinché Cristo possa nascere in noi, quali il servarsi senza macchia e liberi dal peccato, custodendo con intemerato pudore la castità (cfr. S. Ambrogio). La quaresima è proprio il tempo di grazia nel quale possiamo attuare queste condizioni necessarie, affidiamoci all’intercessione di un vero apostolo di Maria, quale fu il S.P. Domenico, affinché ogni giorno possiamo affermare: non vivo più io, ma Cristo vive in me (Gal 2,20).

fr. Manuel Russo o.p.

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