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12 febbraio 2015

Ucraina 2015

Novembre 2013 - Gennaio 2014: il governo ucraino decide di sospendere la preparazione della firma dell'accordo di associazione con l'Ue per riavvicinarsi a Mosca, dopo le pressioni russe con l'arma soprattutto della leva energetica (il prezzo del gas). L'opposizione accusa il presidente Viktor Ianukovich di "alto tradimento" e chiede la sua destituzione. Inizia la protesta delle tende a Maidan, nel cuore di Kiev. 


Febbraio 2014: Dopo tensioni e scontri cruenti, i manifestanti prendono d'assalto il palazzo presidenziale. Ianukovich viene rovesciato. 


Aprile 2014: due settimane dopo l'annessione della Crimea alla Russia, manifestanti filo-russi si impadroniscono degli edifici pubblici a Kharkiv, a Donetsk e a Lugansk, le principali citta' delle regioni dell'est russofono. I separatisti proclamano la "Repubblica sovrana" a Donetsk. Kiev lancia una operazione militare "antiterrorismo". 

Maggio 2014: referendum sull'indipendenza nelle regioni di Donetsk e Lugansk, con massiccia vittoria dei 'si''. Kiev e i Paesi occidentali giudicano il referendum "illegale". L'oligarca filo-occidentale Petro Poroshenko vince le presidenziali. 

Luglio 2014: Distruzione in volo di un aereo di linea Boeing della Malaysia Airlines, che cade nel territorio controllato dai ribelli: 298 morti. Da Ue e Usa nuove sanzioni economiche contro la Russia accusata di sostenere e armare i separatisti.  

Agosto 2014: I combattimenti infuriano attorno a Donetsk e Lugansk. La Russia decide di porre l'embargo sulla maggior parte dei prodotti alimentari importati da Ue e Stati Uniti come risposta alle sanzioni. Kiev denuncia una "invasione diretta" e si candida a entrare nella Nato. 

Settembre 2014: Viene firmato un accordo per un cessate-il-fuoco, che tuttavia reggerà solo qualche giorno. 

Ottobre 2014: Elezioni parlamentari. Vince il blocco filo-Ue.

Novembre 2014: elezioni nelle autoproclamate repubbliche ribelli, dominate dai separatisti. 

Gennaio 2015: Scontri sanguinosi all'aeroporto di Donetsk. Kiev impone lo stato d'emergenza. Amnesty denuncia eccidi di civili da entrambe le parti. 

Il conflitto nel sud-est dell'Ucraina ha provocato 5mila morti e oltre un milione di profughi. Questa sera, all'Arca di san Domenico, pregheremo per la pace, affinché si depongano le armi e si battano le difficili vie della riconciliazione e del perdono. 
La guerra può terminare senza vincitori né vinti in un suicidio dell'umanità, ed allora bisogna ripudiare la logica che conduce ad essa, l'idea che la lotta per la distruzione dell'avversario, la contraddizione e la guerra stessa siano fattori di progresso e di avanzamento della storia. Giovanni Paolo II; Centesimus Annus, 23

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