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23 marzo 2015

Amate i vostri nemici!

Dal vangelo secondo Matteo                    

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 5, 43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Il brano che ho scelto di meditare con voi  rappresenta il nucleo del messaggio di Gesù sull’amore.
La richiesta che il Signore esprime nei confronti dei suoi ascoltatori sembra veramente impossibile. Infatti, il greco evangelico esprime questo amore con agapao. Agapao è il verbo tipico dell’amore del cristianesimo. Un amore cioè che porta a donare tutto sé stesso al servizio del prossimo.
In questo passaggio, l’agapao è portato alle sue massime conseguenze.
Occorre però stare attenti alla distinzione che il Nuovo Testamento pone nei confronti del termine nemico.

C’è il Nemico infatti, di cui parla San Paolo. Il diavolo. È impossibile pregare e donarsi per il diavolo. Gesù non chiede di donarci per lui. Il diavolo sin dal momento della sua creazione ha fatto una professione eterna di disobbedienza a Dio e a tutto il creato. Stupende sono le parole del Faust di Marlowe, in cui Mefistofele, un diavolo, afferma:
“Sono lo spirito che nega continuamente: ho ragione; perchè quello che sussiste è degno di essere distrutto: e sarebbe stato pur meglio che nessuna cosa fosse mai uscita ad esistenza. Or dunque tutto ciò che voi uomini dite peccato, distruzione, quel che in somma chiamate male, è mio  elemento speciale.”
Il diavolo odia profondamente e continua a odiare innanzitutto  tutto il creato. E innanzitutto noi, religiosi. Ci odia perché vede nella nostra professione d’obbedienza a Dio una opposizione diretta a lui. Il diavolo, il divisore continua e continuerà a istigare le sue suggestioni degeneri: il relativismo, i totalitarismi, il modernismo, il progressismo, tanto per citarne alcuni.
Ma accanto al diavolo altri nemici. Gli uomini. A questi uomini nemici si riferisce il Signore quando ci chiede di amarli. Così, se si decide di amare occorre amare tutta l’umanità.

L’amore che Cristo chiede a noi, sua Chiesa, è un amore universale. Non è un caso se, la Chiesa di Cristo si chiama Chiesa Cattolica cioè appunto, universale.
È necessario amare i propri nemici. È necessario essere al di sopra di una delle mode del tempo attuale: la moda della vendetta. O anche un’altra delle mode che purtroppo ha infettato alcuni cattolici che si riferiscono di altri cattolici come nemici usando verso di questi espressioni come “li aspettiamo al varco, preghiamo Dio che muoiano presto”e simili. 
Siamo nella Chiesa Cattolica o nel Colosseo come gladiatori?
Questo è l’atteggiamento che Gesù ci ha chiesto e continua a chiederci di avere?
I nemici  che dobbiamo amare in questo caso possono essere i guerriglieri dell’Isis, i massoni, i mafiosi o i progressisti. Tanto per citarne qualcuno. Un nemico che è una persona ma che sprigiona una violenza, ideologica e fisica contro il nostro essere fedeli alla Chiesa di Gesù.
Come è possibile amarli?                      
Solo con uno sguardo sub specie aeternitatis è possibile cogliere con pienezza l’insegnamento di Cristo. Gesù ci dice amate i vostri nemici e sarete figli di Dio, e sarete perfetti.
Nella nostra offerta incessante di preghiera per loro, proveremo a convertirli, a renderci figli di Dio per loro. Figli di Dio per quelli che ci odiano.
Essere perfetti come il Padre nostro nei cieli implica mostrare Dio sul proprio volto al nemico. Come stanno facendo i martiri di oggi.
Allo stesso tempo significa accogliere ciò che Dio sta permettendo nell’azione del nostro nemico. Basti pensare agli effetti cruenti della Passione. I centurioni provocano violenza e morte su Gesù. Gesù lo permette e allo stesso tempo si dona a loro. L’effetto è la stessa redenzione di quei romani pagani.
Se davvero allora vogliamo, con la grazia di Dio, di essere suoi consacrati, e un giorno futuri sacerdoti, non possiamo esimerci dal comandamento dell’amore per i nemici.
Davvero allora saremo sale della terra ogni atto di inimicizia si schiuderà in un’unica preghiera universale verso il Dio morto sulla croce per amore.

È nella nostra essenza di frati domenicani, infine, di essere croce da cui sgorga amore. Altrimenti, la prostrazione a croce che abbiamo fatto il giorno della nostra professione, è stata solamente un’ azione teatrale. Uno splendido atto scenico. Saremo stati perfetti attori. In greco, perfetti ipocriti.
A ognuno di noi sta di scegliere se aver professato da ipocriti o da veri figli di San Domenico, consacrati per Cristo.
Gesù dolce, Gesù amore!

  


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