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7 maggio 2015

Per il Centrafrica e il suo fragile cammino

Questa sera, all'Arca di san Domenico, pregheremo per i nostri confratelli della Repubblica Centrafricana. E' stato il nostro Maestro Generale, fra Bruno, tornato dalla sua visita pasquale alle comunità domenicane centrafricane, a farcene richiesta. Lo faremo con grande gioia, nella ferma fiducia che l'intercessione di Domenico aiuterà questo paese a proseguire il difficile cammino della riconciliazione e della pace.



La Repubblica Centrafricana è stata lacerata dalla guerra civile nel corso di tutta la sua breve storia. Ottenne la sua indipendenza politica dal dominio coloniale francese nel 1959. Nel 1966 il colonnello Bokassa prende il potere con un colpo di stato e dieci anni più tardi si autoproclamerà imperatore Bokassa I. Venne scacciato nel 1979 e la repubblica fu restaurata. Si alternarono 3 presidenti e 2 colpi di stato. Intanto la situazione economica si fece sempre più grave. Cominciavano i primi disordini, che all'inizio del millennio si trasformeranno in un'autentica guerriglia tra numerose fazioni.

Nel 2012, da questo quadro disordinato, emersero dalle regioni settentrionali del Centrafrica, abbandonate dal governo, dove più grave è la situazione economica e dove la popolazione è in maggioranza musulmana, le milizie Seleka. Nel 2013 riuscirono a prendere il controllo del paese, gettandolo nel caos. La risposta della popolazione fu l'organizzazione di milizie di autodifesa, chiamate Antibalaka (che significa anti pallottole di Ak47, i mitra russi), scatenando un'ulteriore ondata di violenza interreligiosa, tra cristiani e musulmani.

Negli ultimi mesi, però, si sono moltiplicati i segni di speranza. A dicembre, su questo blog, avevamo raccontato dell'elezione democratica di una donna, Catherine Samba-Panza, a presidente della repubblica, e dell'ordinazione sacerdotale di un nostro confratello, Jean Charles. 

In aprile, è stato istituito un tribunale speciale per fare luce sulla guerra civile e punire i colpevoli. E proprio in questi giorni si sta tenendo il forum per la pace, che coinvolge più di 500 rappresentanti politici, religiosi e militari della popolazione centrafricana. Infine si comincia a far luce sugli abusi sui bambini commessi dai soldati ONU francesi nel 2013. E forse, presto, arriverà in visita papa Francesco.

Il vescovo di Bangui sottolinea che la società è ancora fragile e convalescente e che c'è il bisogno di imparare a fidarsi  di nuovo, accettandosi, dialogando, ascoltandosi e proponendo possibili soluzioni. Noi pregheremo affinché gli auspici di monsignor Nzapalainga vengano esauditi e invitiamo tutti a pregare con noi.


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