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6 ottobre 2015

Un respiro profondo

 
 
È stato necessario un respiro profondo per inghiottire le lacrime e soffocare la rabbia durante l’agghiacciante visita ai campi di sterminio di Birkenau e Auschwitz. Il silenzio spettrale che regna in queste “industrie di morte” è assordante.

Da quelle baracche, da quei muri, da quelle macerie, insomma da ogni dove, si leva un grido di dolore, e la bellezza della natura circostante creata dal buon Dio, stride con la malvagità umana che ha progettato e costruito quel luogo. Il ricordo delle gesta eroiche del nostro confratello Giuseppe Girotti, morto a Dachau, è stato di conforto per i nostri cuori affranti dalla constatazione impotente di tanta follia.
 

Un respiro profondo è stato tuttavia indispensabile anche per moderare le lacrime di commozione dinanzi alle numerosissime testimonianze di fede e bontà del popolo polacco. La copiosa presenza di fedeli, anche giovani, alle celebrazioni liturgiche, la cura per il canto, l’amore viscerale per la Madre di Dio e per il loro condottiero e araldo del Vangelo San Giovanni Paolo II, rappresentano non solo l’identità culturale ma anche il vero DNA spirituale di queste terre benedette dal Signore.
 
 
 Così, guidati dai nostri amici e confratelli polacchi, ci siamo tuffati nelle vie di Cracovia, nelle sue numerose e vivaci chiese, nei grandi corridoi del convento, negli splendidi santuari di Gidle e Czestochowa, “lì dove tutto è cominciato”, ovvero il paese natale di Giovanni Paolo II, Wadowice, e perché no in qualche boccale di ottima birra accompagnato da squisite salsicce e dolci burrosi…
 

Insomma, la Polonia rappresenta davvero un polmone vigoroso che può ossigenare spiritualmente un Europa ormai soffocata dal secolarismo.
 

Serbando nel cuore questa bella esperienza, ora non possiamo far altro che lodare il Signore per questo magnifico dono e far nostra quella toccante preghiera mariana, divenuta il grido di battaglia di Karol il Grande: “Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt”.

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