Non è il titolo di una canzone... ma solo tre mesi di vita trascorsi nella continua ricerca di Dio, in sé e nell’altro da sé. Non si può correre il rischio di far trascorrere il tempo, nei mesi e nelle stagioni che passano, senza che da esso si tragga il frutto del “buon vivere”, un vivere che è posato su un fondamento: Cristo e il suo Vangelo!
Tre mesi sono pochi rispetto ad una vita vissuta nella sua totalità, ancora meno se considerati rispetto all’eternità, ma per un uomo tre mesi possono essere tanti: forse tre mesi sono la stessa vita! Poi, se consideriamo l’essere cristiani e il rapporto con Dio, ci accorgiamo che non più tre mesi sono tanti ma anche un giorno è “tanto”. Nulla va banalizzato o ridotto a niente... ogni attimo è importante, va colto e per quanto rientri nelle nostre forze, fatto fruttificare!
Tornando ai nostri tre mesi, bisogna prima di tutto inquadrare la stagione che li comprende: è l’estate! Forse la più bella o la più brutta, la più stressante o la più rilassante!? Boh! Comunque sia è vita e la vita è sempre una scoperta, qualcosa da scoprire o ri-scoprire.
Ognuno vive l’estate secondo il suo stato di vita, se è coniugato o no, se lavora o no, se è un consacrato o no, se studia o no, se è in salute o no, ecc... ma certo l’estate porta nuovi “colori” alla vita, forse reduce dei colori primaverili o in attesa di quelli autunnali, sta di fatto che l’estate ha qualcosa di insito che l’abitudine non ci permette di cogliere. È normale man mano che il caldo aumenta cambiare il vestito, man mano sempre più leggero, più scollato, meno avvolgente, fin sulle spiagge, a mostrare tutto della nostra fisicità.
È l’esigenza della stagione, ma in effetti spogliandoci degli “strati invernali”, uscendo all’esterno nelle strade, illuminati dal sole cocente, ci vediamo e vediamo gli altri diversamente... proprio questo è quello che l’estate ci dona nella normale routine annuale cioè che il fattore estivo cambia non solo noi stessi esteriormente ma anche il nostro rapporto con l’altro. L’estate ci porta a uscire, a incontrare gli altri! Cosicché il periodo delle vacanze, in cui si conosce nuova gente o si rivedono vecchie amicizie, è luogo ideale per incontrare Dio nell’altro in modo nuovo, appunto in modo “estivo”...
L’estate è il tempo in cui le attività rallentano il loro corso, o addirittura si fermano del tutto, altre invece aumentano, trovano anzi nell’estate la loro unica causa d’essere.
Per me, frate studente domenicano, l’inizio dell’estate comporta una svolta. Cambia tutto. Un capitolo va in stand-by, e immediatamente se ne apre un altro, anzi altri... in un susseguirsi di vecchie e nuove esperienze.
Il primo passo caratteristico che ogni fine anno accademico mi prospetta è il cambio di convento/i -retaggio evangelico, di un Dio/Uomo che “non ha dove posare il capo” (Lc 9,58) o preparazione ad una vita itinerante?! – che mi permette di rivedere altri confratelli e ad impegnarmi subito a rimodellare i ritmi quotidiani. Naturalmente conseguono nuove attività da svolgere non più accademiche ma pastorali: dal lucchetto della chiesa da “schiavare” ogni mattina (h 6.30), al riempimento di cera liquida delle candele, dai fiori del Santissimo da cambiare, al microfono dimenticato spento per l’inizio della Santa Messa, dalla fatica di dover preparare l’occorrente per il matrimonio “quotidiano” alla pazienza con la vecchietta che ha bisogno di parlare un minuto prima della chiusura! Il salto estivo forse non è quello prospettato, ma forse il più idoneo a rendersi utile per la comunità e mettere in pratica le lezioni teoriche di un inverno trascorso su pagine e pagine di nero su bianco.
L’estate è il tempo in cui le attività rallentano il loro corso, o addirittura si fermano del tutto, altre invece aumentano, trovano anzi nell’estate la loro unica causa d’essere.
Per me, frate studente domenicano, l’inizio dell’estate comporta una svolta. Cambia tutto. Un capitolo va in stand-by, e immediatamente se ne apre un altro, anzi altri... in un susseguirsi di vecchie e nuove esperienze.
Il primo passo caratteristico che ogni fine anno accademico mi prospetta è il cambio di convento/i -retaggio evangelico, di un Dio/Uomo che “non ha dove posare il capo” (Lc 9,58) o preparazione ad una vita itinerante?! – che mi permette di rivedere altri confratelli e ad impegnarmi subito a rimodellare i ritmi quotidiani. Naturalmente conseguono nuove attività da svolgere non più accademiche ma pastorali: dal lucchetto della chiesa da “schiavare” ogni mattina (h 6.30), al riempimento di cera liquida delle candele, dai fiori del Santissimo da cambiare, al microfono dimenticato spento per l’inizio della Santa Messa, dalla fatica di dover preparare l’occorrente per il matrimonio “quotidiano” alla pazienza con la vecchietta che ha bisogno di parlare un minuto prima della chiusura! Il salto estivo forse non è quello prospettato, ma forse il più idoneo a rendersi utile per la comunità e mettere in pratica le lezioni teoriche di un inverno trascorso su pagine e pagine di nero su bianco.
Ma l’estate continua... luglio deve ancora terminare! Momento di testimonianza e relax che mi attende è il campo-scuola in una villa a mare. Cambiano nuovamente i ritmi: orari più comodi, grandi stanzoni da condividere, fornelli da far scaldare e pentole da asciugare. Poi è lo spirito ad aver la sua parte con preghiere, testimonianze vocazionali e scorci di vita domenicana, vissuta nei secoli e raccontata! Speriamo dia buoni frutti per nuovi operai nella Vigna del Signore!
Arriva forse il momento più atteso... si torna a casa in famiglia! Agosto così trascorre: con vecchi e indimenticabili amici, con saluti e abbracci con tanti che vedi una volta l’anno - forse sarebbe meglio non vederli affatto - con le coccole di mamma e papà che godono della tua presenza dopo mesi di attesa, con momenti in cui ti godi tuo fratello e tua sorella tra un risata e il solito litigio – non sarebbe aria di casa! – con passeggiate in montagna alla frescura di querce e castagni, pesanti nuotate nel caldo e ventoso Mar Jonio, uscite in barca e incontri inaspettati in canoa.
Arriva forse il momento più atteso... si torna a casa in famiglia! Agosto così trascorre: con vecchi e indimenticabili amici, con saluti e abbracci con tanti che vedi una volta l’anno - forse sarebbe meglio non vederli affatto - con le coccole di mamma e papà che godono della tua presenza dopo mesi di attesa, con momenti in cui ti godi tuo fratello e tua sorella tra un risata e il solito litigio – non sarebbe aria di casa! – con passeggiate in montagna alla frescura di querce e castagni, pesanti nuotate nel caldo e ventoso Mar Jonio, uscite in barca e incontri inaspettati in canoa.
Finisce il caldo riposo dell’affetto familiare e la nuova casa richiama tra le sue mura. Settembre inizia all’insegna degli esercizi spirituali... che permettono di rientrare in se stessi, tirare le somme, gettare le basi per l’immediato anno che sta per iniziare e ma soprattutto di riconfermare e rafforzare il rapporto con Dio.
Gli esercizi lasciano il posto ad altre attività conventuali: ordinazione diaconale, solenni festeggiamenti per la Santa Vergine, venerata con il titolo di Maria SS. Dell’Arco, i novizi che ricevono l’abito domenicano... e altro ancora!
Insomma non certo un’estate inoperosa! I semi di bene gettati nel terreno portano frutti buoni che a volte spuntano immediatamente, altri ti faranno aspettare, altri ancora non li vedrai mai!
Ma a te che importa? Dice Gesù.. Tu seguimi! (Gv 21, 22)
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