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18 aprile 2010

XXIII - XXIV. Quello che non ti passa per la testa

Quando, a Londra, ho incominciato la mia direzione spirituale, fra Denis ha messo subito in chiaro una cosa: vivere una vita virtuosa è come imparare a nuotare. Bisogna fare pratica, si migliora con l'esercizio e, una volta imparato, non ce lo si dimentica più. La castità non fa assolutamente eccezione.

Umberto di Romans, nella sua lettera ai domenicani, dà qualche consiglio pratico per imparare a vivere castamente. Il primo passo, dice, è non pensarci. Se si evita di ravanarci sopra con il pensiero, il più è fatto. Un consiglio saggio, senza dubbio. Però mi stupisce un poco che Umberto non abbia raccomandato, innanzi tutto, di controllare lo sguardo. Infatti, si ritiene comunemente che sia ciò che si osserva ad attivare la fantasia.


Forse che nel 1200 andavano tutti in giro completamente coperti, che il problema non si poneva nemmeno? Oppure erano smaliziati come noi oggi, al punto che - con l'inflazione di carne esposta al vento e sulle nostre strada - ormai anche un topless ci lascia indifferenti? O forse che Umberto avesse compreso che il succo della seduzione non è ciò che si vede, ma ciò che si intravede, al punto che perfino un malleolo può scatenare una tempesta erotica?
Oppure, come ogni domenicano, sa che bisogna partire dal cervello...

XXIII. Gli impudici peccano in tre modi quando indulgono in questo vizio: o pensandoci, o godendone pensandoci, o acconsentendo al piacere. La Sacra Scrittura fa un cenno evidente a questa situazione quando introduce -p arlando del peccato dei progenitori - il serpente, la donna e l'uomo (Gen 3). Quindi, in fatto di castità, il vostro cuore sia un trono d'avorio, un letto florido, una sorgente cristallina. Sia ovunque un cortile ben protetto, un ameno paradiso. Sia dentro e fuori un armadio dorato e un'amabile teca di virtù.

XXIV. Per prima cosa, fratelli miei carissimi, sforzatevi di marchiare il vostro cuore con Cristo (Ct 8) e impeditegli di vagheggiare dietro a vanità. Infatti, il cuore è simile a cera, a cui si imprime la forma di qualunque sigillo. Perciò imprimete le vostre menti di immagini belle e decoratele così di gloria interiore.

Impegnamoci anche a spargere i pigmenti dei pensieri buoni nel fuoco dei nostri desideri, con il quale possiamo innalzare il profumo d'incenso di santo amore al cospetto dell'Altissimo. Il nostro desiderio è, infatti, un fuoco e, a seconda dell'essenza con cui lo cospargiamo, emana o una dolce fraganza o un gran puzza.

Possiamo paragonare il nostro cuore anche alla mole di un mulino che macina loglio o frumento, a seconda del desiderio del mugnaio. Facciamo quindi come Salomone che pose sopra il tempio scudi d'oro (3Re 10), per mostrare che ognuno deve prepararsi a resistere ai pensieri volubili. Sappiate tutti che chi pensa cose perverse lascia entrare i ladri nel suo tesoro; che sparge ed innaffia il cattivo seme; che va incontro alle freccie del diavolo senza proteggersi con uno scudo; che scaccia Cristo dal trono inchinandosi a Satana; che lascia entrare nel suo orto porci devastani; che infanga la fonte della propria coscienza; che, abbandonando i fiori, si volge alla merda.

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1 commento:

  1. Ciò che NON passa oggi per il nostro cervello, o peggio, lo si vuole debellare è il famoso SENSO DEL PUDORE! ^__^

    Erroneamente parlando di pudore, la prima cosa che si pensa è: un divieto sessuale!
    Quanta banalizzazione!
    Il vero senso del pudore parte proprio dal cervello, dai pensieri sani che dovremmo avere, è un esercizio continuo ad esercitare quotidianamente uno stile di vita che ha sempre contraddistinto le comunità cristiane a tal punto, scrive la Didachè al cap. 3
    Figlio mio, ogni giorno cercherai il volto dei santi per attendere alle loro parole.
    Non suscitare scissioni, ma metti pace tra i nemici; giudica con giustizia, né sollevar l'occhio alla persona nel giudicare i delitti.
    Non angustiarti nel pensiero se qualche cosa accada o no.
    Non accada mai che tu stenda la mano per ricevere e la ritragga quando devi dare.
    Se possiedi alcunché frutto del tuo sudore, dà a remissione dei tuoi peccati.
    Non essere dubbioso a dare, né corrucciato nel farlo e ricorda chi è il buon rimuneratore.
    Non ritirare la tua mano dal figlio o dalla figlia tua, ma fin dalla giovane età li educherai al timore di Dio.
    Non trascurare mai i comandamenti del Signore, ma custodirai quelli che avrai ricevuto, senza aggiungere o togliere nulla.

    ***************
    Oggi invece, un impietoso NON SENSO del pudore, trova ridicolo predicare quanto abbiamo letto...
    Il vero pudore al contrario è una sorta di livella che ci aiuta a mantenere in equilibrio LE VIRTU' attraverso le quali vivere e testimoniare uno stile di vita che non a caso è "segno di contraddizione" nel mondo!

    Siamo ancora questo segno?
    ;-)

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