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22 aprile 2010

XXV - XXVI. Schizofrenia?

Come Umberto di Romans ed io avevamo già accennato, la virtù si impara un poco alla volta, e come si impara a nuotare con un po' di pratica e di coraggio, casti si diventa con un po' di impegno e di grazia. Umberto spiega che per imparare la castità bisogna imparare a prima governare il pensiero. Però, continua il quinto maestro generale dell'Ordine dei Predicatori, se proprio vi capita di pensarci sopra, almeno cercate di volgere le vostre fantasie alla contrizione piuttosto che al piacere. E se proprio non riuscite a non godervele, almeno non cercate pezze giustificative per il vostro comportamento! E Umberto si limita qui a parlare di pensieri... figuriamoci quando si tratta di mettere in pratica questi pensieri!

Una cosa che mi sono sempre chiesto è come un sacerdote o un religioso possano vivere la propria fede avendo un'amante (sperando che sia comunque adulta e consenziente!). Da un lato hai fatto una promessa e credi in certi valori, su cui hai giocato tutta la tua vita, dall'altro vivi in maniera esattamente contraria. La tua ragione è completamente scissa dalla tua quotidianità. Insomma, bisogna essere schizofrenici per sopportare un simile stato di cose, o no? Si può capire che capiti di sbagliare una volta (magari perchè non hai letto e seguito i consigli di Umberto), però che questo sbaglio diventi uno stato permanente per me è
meno comprensibile.

Non sarebbe più facile, liberatorio, dare un taglio netto: lasciare la tonaca o l'amante? Certo che certe cose si possono giudicare solo
quando ci si è dentro, però...
XXV. Quasi come i bambini vanno dietro alla madre, così il piacere del male ne segue il pensiero. Chiunque vorrà evitare le conseguenze del male, stia bene attento a ciò che lo precede, sapendo che chi avrà volto la mente ai pensieri carnali, si allontanerà dalla grazia del cielo. Non sia mai che la consolazione divina debba essere infusa in un vaso inquinato! Un cuore immondo è la dimora di Satana. E Cristo non gli può sedere affianco. Che scambio sconveniente disprezzare il bene immutabile per aderire a cose volubili, abbandonare la fonte della dolcezza e dissetarsi ad un torrente limaccioso! Quindi, se vi capita di pensare a dei peccati, sia almeno non per piacere, ma per amaro pentimento, così come Abramo, padre di molti popoli, guardava da lontano le città distrutte (Gen 19), e Geremia si batteva il petto triste per lo sterminio della sua città (Lam 1).

XXVI. In secondo luogo, se vi capita di venire colti da pensieri illeciti, evitate bene che il piacere trascenda fino all'assenso. Quando, infatti, il diavolo si sforza di inclinarvi al peccato, vi esorta a piegarvi al suo passaggio. Ma è mendance e padre della menzogna. Infatti non può passare senza il minimo permesso (Gb 1), se, si avvicina con il vostro consenso, poi pianta bene il piede.

Tuttavia considerate che i modi per macchiarsi del peccato sono due: o quando acconsentiamo a fare il male o quando, consentiamo non nei fatti, ma nei pensieri. Quando infatti il piacere del pensiero ottiene la volontà di godere, allora questo piacere è peccaminoso indipendentemente dalla perpetrazione dell'atto. E se coloro che godono così sono colpevoli di fronte all'Onnipotente, riflettete bene a quale peccato si spingono coloro che passano dai pensieri ai fatti.

Continua qui.

8 commenti:

  1. Caro Luca, tu giri il coltello nella piaga ^__^

    una piaga che non è solo per coloro che "rinunciano a tutto" ma è nella società, nella cultura del nostro tempo ed ha attaccato innanzi tutto anche le Famiglie, i Coniugi...
    Non a caso amo sempre associare l'impegno e la promessa del celibato alla promessa ed all'impegno fatto dagli sposi: nel primo caso il religioso, o il prete hanno promesso e si sono impegnati per una paternità più estesa con una Sposa molto particolare ^__^ nel secondo caso i due coniugi hanno (avrebbero) compreso che il loro impegno è di concretizzare quella collaborazione con Dio nell'atto creativo...

    Venuto meno dato impegno e venuta meno la promessa, si ha la separazione e spesso il divorzio....in altri casi l'adulterio ^__^

    Indubbio che le tentazioni di oggi sono assai più ricche e CORPOSE che ai tempi del Beato Umberto....ma probabilmente ciò è possibile perchè il Signore ci ha donato anche più conoscenza e più sostegno (attraverso appunto gli insegnamenti di chi santamente ci ha preceduto) anche se si fa fatica a volgere la volontà, un atto di volontà, verso una certa disciplina interiore che aiuti poi alla dinamica della testimonianza da dare....

    A casa mia (ma non solo) si usa il detto: vuole la botte piena e la moglie ubriaca ^__^ sappiamo bene cosa s'intende dire, siamo incapaci a fare rinuncie e la crisi infatti non è quella delle vocazioni in sè, quanto quella del mantenimento delle PROMESSE a cominciare da quelle Battesimali... in crisi sono le Famiglie e di conseguenza in crisi siamo noi, l'Uomo, la Donna, perdendo perfino la nostra identità che così si riperquote non solo nelle famiglie, ma anche nelle singole scelte che facciamo!

    Non so come ne usciremo fuori! Avendo fatto parte dei gruppi che sostengono i fidanzati e le coppie in crisi, il presente e il futuro non sono rosei, ma non disperiamo ^__^
    Spesso si tratta, come sottolinei tu, di prendere una vera decisione e decidersi, ma ciò che manca è anche l'approfondimento e la conoscenza, la meditazione e la riflessione sulla nostra identità dalla quale spesso dipende, appunto, il mantenimento e la fedeltà delle scelte fatte!
    ;-)

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  2. hai perfettamente ragione.
    forse vocazione religiosa e matrimoniale hanno più cose in comune di quanto si pensi. Ad esempio, discutendo di crisi di vocazioni (religiose) si dimentica che ancora più in crisi è la vocazione al matrimonio...

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  3. ...bè ti confesso caro Luca che sono molto delusa dalla Pastorale sia vocazionale quanto quella familiare...non dimentichiamo che nel marzo 2008 il cardinale Ruini affermò pubblicamente che la pastorale sulla Famiglia "aveva fallito"...e che bisognava ricominciare a riscrevere nuove pagine che contenessero i problemi di oggi....

    Ma sarà un altro fallimento se invece di scrivere, scrivere e riscrivere (parole, parole, parole), non si andrà alla radice del problema e non si tenterà di affrontare INSIEME sia la formazione dei fidanzati quanto la formazione vocazionale...le vocazioni sono in crisi NON perchè Dio non chiama più ma perchè sono in crisi le famiglie...le quali NON ascoltano più quella Voce...

    Dirò il peccato ma non il peccatore di un episiodio accadutomi 7 anni fa ^__^
    in qualità di catechista, avevo avuto la grazia di un bel gruppetto fra i quali ben due giovani portati dalla terza elementare ed alla cresima in prima media che avevano manifestato molta sensibilità alla vocazione...
    Poichè sono solita raccontare le vite dei giovani santi, essi erano come attratti, e facevano domande...ed io poi compravo per loro anche piccoli libricini adatti a loro sui santi...

    finita la Cresima, ben sapendo che il gruppo si sarebbe disciolto come neve al sole, cercai di intrattenere i più "devoti" per cercare di non perderli per strada...e dissi, così serenamente come si parla in famiglia, che se avessero voluto avrei potuto parlare al parroco per fargli fare un campo vocazionale...
    Mai pensavo a ciò che sarebbe accaduto...

    I tre ragazzi tutti entusiasti andarono nelle loro case a raccontare la grande opportunità, che tale per loro era....non l'avessero mai fatto! il giorno dopo vengo chiamata di corsa in parrocchia, il parroco era a disagio, la mia capa catechiosta ARRABBIATISSIMA che patteggiava con i genitori, io che chiedo: "che è successo?"

    "Come si è permessa di INCULCARE AI NOSTRI FIGLI LA STRADA DEL SACERDOZIO? NOI ABBIAMO ALTRI PROGETTI PER LORO"
    ?????
    "la denunceremo al vescovo"..- "no, disse il parroco, qui nessuno denuncia nessuno, perchè non è stato commesso alcun reato, la catechista ha il diritto di segnalare eventuali giovani PREDISPOSTI e che lo desiderano..."

    Insomma, ne uscì una cagnara di fronte alla quale davvero rimasi senza parole, l'unico mio pensiero erano i volti dei tre ragazzi, due piangevano....un altro era incredulo come me...
    davanti a loro chiesi "perdono" ai genitori non per ciò che avevo fatto, ma per il modo forse poco opportuno in cui l'avevo fatto.... chiesi perdono al parroco e chiesi il permesso di ritirarmi...e andai a piangere davanti al Tabernacolo...

    Eccola la spaccatura, o una delle tante...quei genitori avevano dei problemi di fede che stavano riversando sui figli... non so come siano finiti, li penso sempre davanti al Signore...mi fece soffrire l'impotenza del parroco avvilito quanto me, mi fece paura l'arroganza della capa catechista....

    Sono i genitori che devono alimentare le vocazioni, ergo bisogna puntare sulla santità delle Famiglie...l'inquietudine delle famiglie in crisi si trasmette spesso ai figli, da qui ne risentono anche le vocazioni...

    Perdonatemi la lunghezza...^__^

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  4. Come volevasi dimostrare, ecco proprio oggi cosa dice uno studio vocazionale in USA
    ^__^
    http://www.zenit.org/article-22177?l=italian

    Diciamo che sono anche andata un pò OT dal discorso di base fatto da Luca R. ma è un argomento ampio e che mi sta molto a cuore da diversi anni...

    Per tornare al tema specifico c'è da dire che ciò che Luca R chiama nel titolo "schizofrenia" io definisco anche come una CROCE ^__^
    il primo dramma nelle Famiglie è che uno dei due si fa l'amante prima ancora della separazione stessa...non di rado cominciano proprio con INNOCUE FANTASIE cioè, si vuole sempre somigliare agli stereotipi che ci impongono quotidianamente...e più che di schizofrenia parlerei di...NOIA, INSODDISFAZIONE....
    e allora ci si butta sui SOGNI....
    Quello che emerge dalle Famiglie, dai Coniugi in crisi è pazzesco, il grosso si fonda sull'insoddisfazione, ma non sanno spiegare cosa è che non li soddisfa....

    In un Seminario MINORE si è aperta la possibilità di formazione "vocazionale alla vita" ANCHE PER LE RAGAZZE....ben distinti i gruppi, ovviamente, dai gruppi maschili, ma i lavori SONO I MEDISIMI, e allora mi domando: come faranno questi adolescenti a comprendere che cosa è la Vocazione sacerdotale se il concetto di vocazione è li fondato sui medesimi traguardi?

    La scelta di creare i Seminari Minori solo per i maschi e non per le femmine, dovrebbe avere ancora oggi la medesima motivazione di ieri, in una società dove non si comprendono quasi più la distinzione dei ruoli, è importante che almeno la Chiesa lo rendi ancora palese proprio per aiutare i giovani ad assumersi una responsabilità (nel sacerdozio) che li ha EDUCATI a vedere la donna come anima da salvare o per scambiarsi delle chiacchierate...o per coglierne davvero quel genio femminile attraverso il quale collaborare insieme ognuno nella propria missione...
    Il Sacerdote ha il compito di guadagnare anime a Dio e non a se stesso...
    i coniugi hanno il compito di condurre i propri Figli a Dio e non tenerli per se stessi...

    Come vedi caro Luca R c'è molto da dire sull'argomento...magari se altri vorranno dire la loro potremo approfondire di più
    ^__^

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  5. Per fortuna nel nostro gruppo non c'è nessuno che ha seguito la vocazione con l'ostilità della famiglia. Nessuno magari è entusiaste, anche perchè quando si hanno uno o due figli, non è facile rinunciare a loro...
    però di storie di genitori che hanno troncato con i figli o hanno fatto loro guerra ne ho sentite, sia qua che a Taizè.

    Il "seminario minore femminiile" a naso mi sembra, invece, un'ottima idea. Prima di poter decidere cosa fare della propria vita, bisogna essere in grado di prendere una decisione. Oggi molti non ci riescono: non riescono a prendersi un impegno definitivo, ad assumersene le conseguenze, a donarsi al 100%... tutto è provvisorio e si sta come bandierine al vento.

    Se questo seminario femminile va in questa direzione educativa non può che essere un bene.

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  6. Non sono contraria a che la Diocesi organizzi e dia origine a gruppi femminili che si occupino della loro formazione, ma che NON lo si faccia nei Seminari Minori nè si usi il termine "seminario"....

    Il Seminario è una istituzione della Chiesa chenasce proprio come luogo di FORMAZIONE per i futuri presbiteri, si occupa dei CANDIDATI AL SACERDOZIO, punto....ergo o si crea un altra realtà con un altro nome, oppure si continuerà in quella uguaglianza che già ha portato l'Uomo e la Donna a perdere o a confondere la loro identità...

    Il Seminario Minore, come ben sappiamo prepara i futuri candidati al Sacerdozio, e che se son rose fioriranno nel Seminario Maggiore...
    Non sarebbe affatto salutare nè auspicabile che in quello Minore venissero accolte le ragazze dal momento che la Chiesa conserva e custodisce e tramanda, e quindi forma esclusivamente candidati maschili per il Sacerdozio...

    I Protestanti hanno i così detti seminari nei quali si preparano uomini e donne a diventare Pastori, ma da loro è diverso, non hanno il sacerdozio....infatti per la formazione del Clero negli ambienti anglicani, si è avviata una spaccatura interna anche a causa dell'ingresso delle donne...poichè da loro a differenza degli altri nuclei protestanti, c'è il sacerdozio ordinato seppur scismatico...come spiegava Leone XIII e come spiegava lo stesso cardinal Newman.

    Insomma Luca R, te lo dico da Donna e mamma e moglie ^__^ a ognuno il posto suo e quello nostro NON è in un Seminario Minore Cattolico!

    Possibile che si è a corto di idee da non saper inventare nuove occasioni senza andare ad intaccare le istituzioni già esistenti?
    Un abbraccio!
    ^__^

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  7. fare una serie di incontri in un seminario minore sulla "vocazione alla vita" non penso proprio possa diventare un puntello per il sacerdozio femminile.

    e poi diciamoci la verità, i seminari minori non hanno molto futuro. ma non sta a me giudicare.

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  8. Luca R. non scoraggiarti ^__^
    alcuni sostengono che non ci sarebbe futuro neppure per il celibato ecclesiastico, ergo che facciamo, lo togliamo?
    ^__^
    se dovessimo ragionare così per tutte le cose che stanno avvenendo sarebbe la fine...
    anche l'Istituzione della Famiglia è in gravissimo pericolo, ma non ci stiamo forse battendo perchè resista e superi la crisi?
    Ogni anno ci sono un milione di abortiti perchè la legge ha deciso che è giusto uccidere un concepito, la Chiesa ha sempre ripudiato all'aborto e a quanto pare sembra che nessun Stato e Nazione tornerà indietro su questa decisione...che facciamo, decretiamo legittimo anche l'aborto per conformarci alla mentalità del mondo?

    Il Seminario Minore è una istituzione con uno scopo specifico, oggi è in crisi, che c'azzecca riempirlo con le ragazze?
    Oppure, per correttezza, prima si abolisca ufficialmente e con diritto Pontificio la sua istituzione così da poterla utilizzare per altri scopi...
    Non si tratta di giudicare, me ne guarderei bene, si tratta solo di dire le cose come stanno...e di evitare confusioni ulteriori a quante già ne subiamo e ne viviamo...
    ;-)

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