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16 maggio 2010

L'eresia catara

Con questo post incominciamo a raccontare la storia delle origini dell'Ordine dei Predicatori in Emilia-Romagna. Iniziamo delineando l'ambiente e il contesto storico, poi proseguiremo descrivendo la nascita dei conventi domenicani in tutte le città capoluogo emiliano-romagnole. Sperando che vi piaccia, buona lettura.

L’ERESIA CATARA
A cominciare dal 1140-1150, apparvero in occidente nuovi gruppi di eretici che, come segnala nel 1143 il premostratense Evervino di Steinfeld a san Bernardo, in seguito ad alcuni arresti avvenuti a Colonia, rifiutavano i sacramenti e pretendevano di richiamarsi ad una chiesa antica. Per alcuni aspetti questi gruppi erano vicini alle correnti evangeliche: rifiutavano ogni proprietà, si spostavano di città in città predicando e si distinguevano per il loro ascetismo rigoroso e per l’importanza che davano al battesimo dello Spirito trasmesso tramite l’imposizione delle mani.A partire dal 1157 (concilio di Reims) le fonti ecclesiastiche e le cronache attestano la presenza in Francia, nei Paesi Bassi e in Inghilterra di eretici designati con il nome di “Popelicans”, “Publiains” e “Piphles”. Questi “Popelicans” non avevano un’organizzazione gerarchica e inoltre non vi era distinzione tra perfetti e semplici credenti, elemento che invece caratterizza i catari propriamente detti; ma dal momento che non cercavano di nascondersi furono vittime designate della repressione e scomparvero probabilmente alla fine del XII secolo.


A partire dai primi anni del 1200 la terminologia si evolve e le fonti designano i nuovi eretici di stanza nel Mezzogiorno francese con il nome di Albigesi. Questi si dichiaravano cristiani e i loro gruppi si presentavano come comunità apostoliche, ma a differenza dei movimenti precedenti i catari non avevano alcun legame con la Chiesa cattolica che non intendevano affatto riformare o cambiare. La loro predicazione consentiva di integrare le pratiche religiose e ascetiche in un insieme di credenza e di miti capace di esercitare un vero e proprio fascino su chi li ascoltava e l’ardente zelo missionario degli adepti permise al catarismo di diffondersi rapidamente. A partire dalla Francia nord-orientale (Artois e Champagne) il catarismo si diffuse nelle zone meridionali della Linguadoca e nell’Italia settentrionale e nel 1163 l’arcivescovo di Narbona lanciò un appello al concilio di Tours perché condannasse la “nuova eresia” comparsa nella regione di Tolosa.

Intorno al 1174/76 si verificò un evento gravido di conseguenze per la storia del catarismo occidentale: il concilio cataro di Saint Félix de Caraman. In questa località si radunarono i rappresentanti delle diverse comunità catare, ma il personaggio centrale fu un alto dignitario della chiesa catara di Costantinopoli, il “papas” Niceta. Costui riuscì a convincere i presenti ad abbandonare il dualismo moderato, cioè la convinzione che il mondo fosse il teatro di un conflitto tra due principi – il Dio del bene e il Dio del male – che però non erano sullo stesso piano, fino ad allora professato da tutte le comunità occidentali e ad abbracciare un dualismo assoluto, che riconosceva invece i due principi come coeterni ed eguali. Inoltre, durante questa assemblea, la chiesa catara rafforzò le sue strutture diocesane e nuovi vescovi furono consacrati da Niceta.

Non si deve comunque presentare l’eresia catara come un coerente sistema dottrinale. Ogni chiesa locale aveva un’ampia autonomia e nessuna autorità centrale poteva imporre la sua ortodossia. Sorsero comunque dei conflitti fra le chiese catare dovuti proprio alla diversa visione del dualismo che esse avevano, ma questi non devono essere sopravvalutati. Ciò che le univa – un totale rifiuto della Chiesa cattolica e delle sue credenze – era più importante di ciò che le divideva.Le fonti contemporanee, per spiegare le ragioni del successo di questa eresia, hanno messo l’accento sul fascino esercitato dai perfetti catari, conseguito grazie all’austerità ascetica e al rigore morale che contrastavano con il livello spesso mediocre del clero cattolico. Ma è sul piano delle credenze religiose dei catari che vanno ricercate le ragione principali del successo del loro apostolato. Nella prospettiva del manicheismo, già a suo tempo rifiutato e combattuto da Sant’Agostino, il catarismo è stato a lungo definito come una religione dualista; in effetti, alcuni scritti catari italiani del XIII secolo, come il Libro dei Due Principi del 1230 circa, erroneamente attribuito a Giovanni di Lugio, vanno in questa direzione. Questo testo non è tuttavia rappresentativo di tutto il catarismo, nel quale l’affermazione centrale non era l’idea di un conflitto fondamentale tra il Bene e il Male, ma piuttosto la certezza che esiste una via attraverso la quale l’uomo può sottrarsi al potere del Male che domina il mondo e la creazione intera. I catari annunciavano un messaggio di liberazione che permetteva all’elemento di divinità presente in ogni essere umano di emanciparsi dalla prigione della materia. Per riuscire in questo sforzo era necessario seguire Cristo, messaggero angelico di Dio, che aveva lasciato nel Vangelo una rivelazione che permetteva all’uomo di ritrovare la purezza dell’anima attraverso la preghiera e l’ascesi rigorosa.

La Chiesa cattolica aveva tradito questo messaggio e si era disposta al servizio del Male ricercando il potere temporale e la ricchezza. Al contrario la vera chiesa di Dio era puramente spirituale e non avanzava alcuna rivendicazione di ordine economico e politico. Il catarismo si presentava come il cristianesimo autentico e coloro che vi aderivano non avevano affatto l’impressione di cambiare religione, ma di ritornare alla chiesa primitiva. I sacramenti erano ridotti a uno solo: la trasmissione dello Spirito Santo attraverso l’imposizione delle mani, o consolamentum. Di fronte a questa contestazione radicale, la Chiesa cattolica ebbe difficoltà ad elaborare una risposta adeguata. Le prime misure giuridiche di portata generale contro le eresie furono prese nel 1184, con il decretale Ad abolendam, che condannava in modo esplicito tutte le eresie che si erano sviluppate in occidente nel corso dei decenni precedenti e stabiliva sanzioni severe a riguardo dei colpevoli.Tuttavia, nell’immediato, la situazione degli eretici non cambiò molto, poiché la Chiesa poteva applicare concretamente le misure di repressione solo con l’appoggio del potere temporale, che nonostante l’emanazione dell’Ad Abolendam avvenuta congiuntamente tra il papa (Lucio III) e l’imperatore (Federico Barbarossa) non era dovunque garantito.Ad un progressivo appoggio da parte del potere temporale si affiancò tra gli anni Dieci e Venti del Duecento la nascita degli ordini mendicanti.

Andrea

18 commenti:

  1. Vorrei riprendere l’argomento della castità nel contesto dell’eresia catara e delle altre eresie, che propongono una visione dualistica manichea della realtà. Per me sono molto diffuse anche oggi queste eresie. Molti ragazzi e giovani, uomini e donne, rifiutano il cibo e il proprio corpo. Non c’è solo l’aspetto dell’anoressia, che crea molte sofferenze, ma anche il rifiuto della propria corporeità, sessualità e personalità. Inoltre, è facile concludere che dalle stesse radici nascono anche le deviazioni e la mancanza di pudore.
    La Chiesa ha la medicina, che sempre sa trarre dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero, come dice il Card. Caffarra.
    L’uomo è un composto di anima e di corpo, ma oggi non tutti lo sanno.
    Penso anche che sia molto attuale l’insegnamento di Giovanni Paolo II sul linguaggio corporeo, femminile e maschile. Soprattutto quando medita sulle parole “non è bene che l’uomo 'sia' solo”. La Sacra Scrittura dice “sia”. Una parola che richiama “Io Sono” e che apre una panoramica che forse non è stata ancora del tutto esplorata. In cielo ci sono attualmente già due corpi umani risorti: quello di Gesù e quello di Maria, di un uomo e di una donna.
    Ho desiderato condividere queste mie riflessioni. Vi ringrazio. Sr. Matilde

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  2. Bellissime riflessioni sia di Andrea nel riportare queste pagine di storia nel testo principale, sia di suor Matilde, vi ringrazio entrambi.

    Cara Sr.Matilde confesso che non avevo mai pensato ad un reflusso dell'eresia catara sulla questione del corpo... ciò che esponi è interessantissimo!
    E bellissima la sottolineatura che in Cielo ci sono due corpi umani trasformati: un Uomo e una Donna...

    Credo che Giovanni Paolo II aveva ben intuito come il cambiamento culturale sull'amore avesse portato i giovani, soprattutto la donna, a corrompersi all'interno di una visione del proprio corpo legata esclusivamente al materialismo, non a caso la sua intuizione della GMG che portasse i giovani, uomini e donne a condividere insieme, ritrovarsi insieme, sostare insieme pensando certamente a momenti di gioia e di canti ma preceduti e seguiti da momenti di preghiera, non a caso tutto ciò sta portando i giovani e molte donne a riscoprire la propria identità...

    Quando diciamo, anzi il Papa stesso dice: dobbiamo riscoprire la nostra identità! la prima riflessione che ci viene è appunto in quel: "chi sono?" purtroppo i Media, la pubblicità, le varie necessità culturali errate, stanno obbligando l'uomo a crescere all'interno di una società che nega la propria identità e dove essa viene sostituita esclusivamente non dal chi sono, ma dal ciò che VORREI ESSERE e naturalmente l'essere secondo l'immagine imposta dal mondo, dal momento culturale, dalla moda, da un concetto di libertà sbagliata...

    Ciò che riesce difficile oggi è far capire ai giovani che la medicina a tutto ciò c'è, ma spesso la prendono per metà...non l'accettano integralmente, si accontentano di una salute mediocre...
    Fa più paura oggi la Morte che non in passato perchè oggi la si esorcizza nel modo sbagliato (vedasi la notte di Halloween al posto di Tutti i Santi), ergo si esorcizza tutto...
    Lo vedo con i miei figli, con mia figlia con la quale parliamo spesso di questi problemi e lei stessa risente di "senttirsi" quasi di un altro mondo perchè vede e comprende come l'attrattiva di questa identità, a livello materialistico, sia certamente più forte dell'identità che ci offre il Cristo...

    Credo che qui s'inneschi ancora una volta l'attualità del Carisma di san Domenico....

    Grazie infinite per queste riflessioni ^__^

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  3. - L'eresia non esiste, è un altro modo di avvicinarsi a quel senso inattingibile che in ultima istanza si pone come etica (debole). Parlare di "eresia" è tremendamente intollerante e appartiene a un'epoca finalmente tramontata della storia della Chiesa, nonostante qualche revisionismo vaticano volto a soffocare lo Spirito del Concilio che si esplica nel divenire storico.
    L'ascolto dell'altro, dell'eretico e delle sue ragioni è la suprema norma evangelica....


    Ok, era un divertissement.

    Ciao. Luca.

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  4. Complimenti ad Andrea per il post assai equilibrato, visto anche che l'argomento era delicato.
    Devo dire con rammarico che i commenti precedenti confermano come sarebbe auspicabile che quanto dice Luca G fosse vero e non un semplice divertissement (basta considerare come il santoriale "ortodosso" sia pieno zeppo di sante "anoressiche").
    Leggero' con piacere le successive puntate.
    Saluti,
    GB

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  5. Premetto che chiedo venia se non ho ben compreso lo "spirito" del commento di GB o se forse non ho capito neppure quello di Luca G che era appunto un "divertissement" e non una realtà...

    premesso questo e chiedendo venia in anticipo, vorrei specificare a GB (che cita mi pare a "sfavore" i "commenti precedenti" suppongo al suo?) che il digiuno e la penitenza in ambito dottrinale-cattolico non ha mai raggiunto ne registrato casi di morte per anoressia...

    Se poi ho capito male io, sono più contenta!
    ^__^

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  6. Vorrei fare alcuni chiarimenti.
    La parola "eresia": la troviamo in 2Pt 2,1 e poi in tutta la storia del cristianesimo, quindi anche oggi. E' una parola che ha il suo significato specifico e "tecnico".
    La parola "anoressia": indica una realtà ben specifica, ben conosciuta purtroppo da molti genitori e professionisti nel campo educativo e medico.
    Chi ha avuto a che fare con persone anoressiche, sa ben distinguerle da "santi/e" di tutti i tempi.
    Infatti bisogna distinguere l'anoressia dal digiuno dei santi. Sia nel primo che nel secondo caso c'è un'astinenza dal cibo, solo che, mentre nel primo caso, c'è un vero e proprio rifiuto tanto da causare una malattia, nel secondo l'astinenza è moderata dal fatto che essa è finalizzata allo stesso benessere fisico come condizione per l'acquisto della virtù.
    Se diamo alle parole il loro vero significato,si può dialogare anche tra di noi.
    Sr. Matilde, OP, e P.Giovanni Cavalcoli, OP

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  7. Non voglio fare nessuna polemica perche', ripeto, avevo apprezzato il post per il suo equilibrio, ma lascio solo una considerazione.
    Discutiamo pure del "vero significato" delle parole e quindi di "eresia" e "anoressia". Questo ultimo termine e' stato associato (commento #1) con il catarismo e con altre "eresie" che continuerebbero anche oggi generando non meglio specificate "deviazioni". E' buffo (per non dire di peggio) che l'anoressia, di cui non c'e' nessuna attestazione per i catari, non possa invece essere associata con la santita' femminile nel Medioevo (su questo punto esiste una letteratura sterminata e basta leggersi una vita di Santa Caterina da Siena o di Veronica Giuliani per rendersene conto: http://www.ibs.it/code/9788870783469/vandereycken-walter/dalle-sante-ascetiche.html).
    Questo accostamento e' semplicistico e superficiale? Certamente, allo stesso modo in cui lo e' l'accostamento tra anoressia e catarismo. La differenza e' che quest'ultimo non fa altro che ripetere una banalizzazione o demonizzazione delle "eresie" medievali che, in questo caso, non e' nemmeno troppo furba.
    Lo ripeto: questo non rende giustizia al post e, mi permetto, alle intenzioni dell'autore che credo attribuisca piu' valore alla figura di Domenico che non quella del semplice "distruttore dei Catari".
    Saluti,
    GB

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  8. io, che detto per inciso NON sono l'autore del post, condivido abbastanza il commento di suor Matilde. Non perchè ci sia un legame oggettivo e causale tra anoressia e catarismo, ma perchè oggi mi pare prevalga un certo rifiuto della corporeità analogo al catarismo (e non solo... Giovanni potrebbe fare un lungo elenco di spiritualità cristiane e no fondate sulla contrapposizione tra materia e spirito).

    E bisogna ammettere che il rifiuto del corpo come qualcosa di malvagio, irrimediabilmente corrotto dal peccato, è un'idea presente anche in ambienti cattolici. ho molti amici che hanno capito proprio questo dal loro catechismo. Non mi stupirei affatto se certe agiografie hanno contribuito a rafforzare queste "eresie".

    l'antidoto sarebbe naturalmente la lettura attenta dell'aquinate ;p

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  9. La negazione del valore del corpo e di tutto ciò che c'è di materiale non è cristiana, ma è appunto la cifra di tutte le forme di gnosi nel corso della storia. Il catarismo non ne fu che un esempio. Mi piace la tesi di fondo di "Metamorfosi della gnosi" di Emanuele Sameck Lodovici, che appunto vede la gnosi come un movimento metastorico che ha avuto parecchie manifestazioni e ne ha molte anche oggi.
    Se c'è qualcuno che ha combattuto tutto ciò è la Chiesa, che ha ottenuto in cambio persecuzioni o sbeffeggiamenti da parte del potere.
    Chi sono i catari oggi? Sono quelli che vogliono una religiosità sentimentale e in ultima analisi vuota, quelli che guardano le devozioni come il rosario o i 9 venerdì come ciarpame di cui liberarsi e che fanno consistere la loro spiritualità o nella pratica moralistica di alcune norme à la page (risparmiare, riciclare etc.) o nella gnosi appunto, nella conoscenza che fa di loro esseri superiori. La famosa superiorità morale nasce da qui (scusate se la butto sempre in politica, ma credo che le cose stiano così).
    Io sono migliore di te perché so che etc., perché ho studiato etc., perché non mi sono fatto bocciare tre volte alla maturità.
    A me tutto ciò fa un po' schifo, sinceramente.
    Poi in filosofia ciò si declina nella presunta conoscenza intuitiva dell'assoluto, che Cacciari o Schelling pretendono di avere (tanto per fare due nomi).

    @ Caterina. Il divertissement era per sottolineare quanto fosse fuori moda il parlare di eresia oggi. Non mi aspettavo però che qualcuno lo prendesse seriamente. Ahimè, credo che Melloni et co. abbiano seminato più di quel che noi si crede (by the way, lo spirito del concilio si inserisce in questo sistema di pensiero: la conoscenza iniziatica di una cerchia di "studiosi" che sano quale è questo spirito e in nome di questa gnosi si oppongono all'insegnamento del Papa).

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  10. Caro Giovanni Bezzana, non sono certo l'interprete di santa Caterina, ma mi conceda di smentire il suo associare l'anoressia alla morte di lei...
    Santa Caterina trascorreva non ore, ma intere giornate in ginocchio a pregare, soprattutto gli ultimi tempi quando comprese che quanto doveva fare di suo era stato "compiuto" e dunque era ora necessario rivolgersi al Datore di ogni Bene per far andare bene le cose nella Chiesa con il Papa legittimo...

    Se Ella avesse davvero digiunato come si intende per l'anoressia, le assicuro che non avrebbe avuto la forza di stare in ginocchio a pregare, nè avrebbe mai avuto tanta lucidità da dettare pensieri così altamente profondi da meritarle il titolo di Dottore della Chiesa...
    Le suggerisco la Biografia aiutentica scritta per la santa dal suo stesso Confessore, diventato anch'egli beato... padre Raimondo da Capua il quale le spiega le origini della mistica di questa santa e l'andamento di quella morte...

    Lei confonde l'ascetismo con l'anoressia che se da una parte potrebbero sembrare associate di fatto non lo sono....
    le faccio un esempio di un anima assai speciale Teresa Neumann...cresciuta in povertà solo con le patate lei e i suoi fratellini
    Alle stigmate intanto si aggiunse il digiuno. Da molto tempo, cioè fin da quando si era ammalata, Teresa aveva mostrato un sempre più scarso bisogno di nutrimento. A partire dal 1922, anche a causa della paralisi che le bloccava i muscoli della deglutizione, si era nutrita soltanto di alimenti liquidi. Poi gradualmente, dal 1926 in poi, non aveva più sentito neppure la necessità di questi. Tuttavia, per compiacere la madre che comprensibilmente se ne preoccupava molto, accettava di ingoiare ogni giorno un paio di cucchiai di latte o succo di frutta, che però in genere rimetteva subito. A partire dal Natale 1926 Teresa provò una totale ripugnanza per cibi e bevande e smise completamente di nutrirsi. Soltanto dopo la comunione quotidiana prendeva alcune gocce d'acqua per inghiottire meglio l'ostia; padre Naber tuttavia testimonia che dal settembre 1927 non ci fu più bisogno neppure di quella. Da allora, per quasi trentasei anni, Teresa visse senza mangiare né bere: la comunione era il suo unico, indispensabile nutrimento. Padre Naber, che le diede la comunione ogni giorno fino alla morte, ha annotato nel suo Diario che Teresa affermava di vivere « del Salvatore ». E aggiunge: « In lei si compie alla lettera la parola di Dio: "La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda" » Dell'autenticità del digiuno totale di Teresa Neumann non è lecito dubitare semplicemente perchè era costantemente sotto controllo sia dei Medici sia della commissione richiesta dal vescovo diocesano...

    Sono anime particolari che il Signore privilegia in modo particolare per un suo disegno anche per noi...ma la prego, non confonda l'anoressia con l'ascetismo, e non attribuisca ai santi questa fine ingloriosa...
    dopo di che, discuta su tutto ciò che ritiene giusto, ma ritenendo nella giusta posizione anche le sante non certo "condizionate" e dal rifiuto della società, non è questo che fa diventari santi, Cristo stesso digiunava anche per 40 giorni e 40 notti, era anoressico?
    ^__^
    l'anoressia poi è tipicamente femminile, eppure anche i santi digiunavano e morivano...
    Che una santa Caterina o una santa Chiara fossero anoressiche, come dice il libro da lei citato, per "protesta contro l'oppressione sociale " e perfino contro il maschilismo, mi sembra davvero fuori luogo... è un non conoscere la vita di queste persone...
    si salva santa Terisina perchè morì di tubercolosi...

    Fraternamente CaterinaLD

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  11. Ringrazio Luca G. per i suoi ulteriori approfondimenti che condivido...

    Per stemperare un pò, non so se la conoscete, c'è questa battuta che circola in ambiente autocritico proprio nel sito Gesuita, si legge:

    Quali sono i punti comuni tra domenicani e gesuiti?

    Ambedue furono fondati da spagnoli (S. Domenico Guzman e S. Ignazio di Loyola), ambedue avversarono gli eretici (rispettivamente, i domenicani lottarono contro gli Albigesi e i gesuiti contro i Luterani )

    Quali sono i punti che differenziano i domenicani e i gesuiti?

    Avete mai incontrato un Albigese in giro?

    *******************

    ^__^ battute a parte eresie NUOVE non ne abbiamo, ciò che di eretico viviamo oggi non sono altro che antiche eresie che si ripetono sotto nuove forme e nuove vesti...
    ergo, di albigesi (o catari) in giro ne vediamo eccome... così come disse l'anno scorso il card. Bertone: sembra riaffiorire l'eresia ariana sotto nuove vesti!

    Vittorio Messori in un articolo di qualche anno fa su Il Tomone scrisse che i Catari erano tornati...soprattutto nel sud della Francia e verso la Spagna gli Albigesi, scrive, sono tornati di moda...
    Il perchè è semplice, basti pensare alle recenti leggi spagnole contro il matrimonio, per esempio...
    La dottrina catara come sappiamo è un manicheismo oscuro e SUICIDA proprio perchè contrario ad ogni regola, tranne appunto alle regole che si danno per infrangere le Regole (perdonate il gioco di parole ^__^)

    Leggo da un interessante lavoro:
    La distinzione fra eletti o perfetti e semplici credenti o auditori restava alla base dell'organizzazione della setta. I perfetti praticavano un rigoroso ascetismo, che faceva profonda impressione sul basso popolo. Una nobildonna della Linguadoca raccontava di essere andata a far visita a uno di questi perfetti: " Egli le apparve - diceva - come la più strana delle meraviglie. Da molto tempo era seduto su una sedia, immobile come un tronco d'albero e insensibile a tutto ciò che lo circondava ".
    Ai nostri giorni diremmo: come un fakiro indiano.
    I perfetti avevano orrore del matrimonio che perpetua la vita terrena, questa illusione satanica. Praticavano la continenza assoluta ed incoraggiavano i credenti a non far uso de1 matrimonio.

    ****************************

    c'è un passo della Scrittura che profetizza appunto coloro che "vieteranno il matrimonio"...
    c'è solo un aspetto che non coincide con l'eresia catara: che non c'è continenza al sesso, al contrario... ^__^
    c'è l'aumento delle convivenze senza matrimonio, il matrimonio senza figli (quante volte sentiamo dire: ne ho avuto uno, UNA DISGRAZIA! BASTA E AVANZA!! sic) e il sesso facile, un partner nuovo a scadenza mensile...
    e c'è l'aumento della nuova religione del fisico perfetto...quel NON piacersi per come si è e pretendere cambiamenti o l'eccesso, l'aumento dell'obesità..

    Insomma, di materiale sul quale discutere ne abbiamo a josa...
    ^__^
    perdonate la lunghezza, ma è un argomento molto interessante!

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  12. Ho letto tutto con interesse. Grazie.
    Vorrei porvi una domanda. L'anno scorso o l'anno prima al massimo, in una classe quinta elementare pubblica di Bologna,come insegnante di religione cattolica, ho presentanto agli alunni (non tutti cristiani e provenienti da diverse nazioni)il simbolo della fede con grande interesse da parte di tutti. Quando ho parlato della risurrezione dei morti c'è stato un generale sconcerto. Non avevano mai sentito parlare di questo. Mi hanno chiesto se era una mia idea. Alla mia domanda: "Ma voi, dopo la morte, cosa pensate succeda?", quasi tutti hanno risposto che diventavano angeli, altri "nulla". Ho presentato le difficoltà filosofiche di queste soluzioni ed ho confermato che il cristianesimo insegna che risorgeremo proprio con il nostro corpo, naturalmente "un corpo spirituale" simile a quello di Gesù Risorto. Un bambino del Niger a quel punto si è alzato di scatto dalla sedia, ha guardato le sue braccia ed ha esclamato "E no! Ancora con questo colore!".
    Io non ho avuto la risposta pronta per quel bambino. Voi ce l'avete?
    Sono molti, grandi e piccoli, che si aspettano risposte.
    Noi cristiani le abbiamo. Ma bisogna trovare le parole e sopratutto meditare e contemplare e pregare. Le risposte ci sono.
    Grazie. Sr. Matilde

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  13. Ma dovevo aspettarmelo che Cacciari, Schelling, Melloni, io e tutti i padri conciliari venissimo alla fine categorizzati come catari e gnostici?
    mi fermo qui perche' ho promesso di non polemizzare: aggiungo solo due considerazioni finali.
    Per Caterina, credo di aver scritto che l'equazione santita'-anoressia e' "semplicistica e superficiale": quindi, perche' questa tirata?
    Grazie a Luca R per lo sforzo di comprensione: non so quanto sono d'accordo pero'. Mi sembra (per esperienza diretta) che le persone che soffrono di anoressia si trovino in questa situazione anche perche' sono schiacciate da una cultura e una societa' che da' del corpo un'immagine sola e insostenibile (piuttosto che considerera il corpo inutile o dannoso). Reagiscono o cercano di farlo usando il loro corpo certamente in modo sbagliato perche' questo provoca sofferenza a loro e a chi st loro vicino, ma direi che non andrebbero colpevolizzate associandole con l'eresia, ma piuttosto aiutate a risolvere i loro problemi.
    Saluti,
    GB

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  14. @ GB. Condivido ciò che lei dice. Mi spiace se quanto ho scritto la ha offesa e le chiedo scusa.
    Ribadisco però che, se si assume lo "gnosticismo" large loquendo (come fecero Baur e Sameck Lodovici) molti fenomeni sono catalogabili come tali: dall'idealismo shellingiano all'irrazionalismo di Cacciari. In piccolo l'interpretazione "spirituale" del Concilio non è che un esempio di ciò: lo spirito (posseduto da chi sa, namely: Melloni, Alberigo, etc). ve. la littera che uccide (namely: i documenti conciliari, la tradizione vivente della Chiesa, il Magistero, il Papa). Mi guardo bene dal dire che i padri conciliari fossero gnostici e correggo quanto da me detto se ho dato questa impressione.

    Saluti a tutti, Luca.

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  15. x sr. matilde: in kenya tutti si stupivano quando scoprivano che i bianchi erano disposti a rimanere delle ore sotto il sole solo per diventare neri. si sa, l'erba del vicinoè sempre più verde...

    x giovanni: non ho esperienze al proposito (per fortuna) e quindi la mia è sociologia spicciola. mi pareva indicativo che la risposta al disagio avvenisse contro il proprio corpo. spero però sia chiaro che non intendevo colpevolizzare chi soffre di anoressia (e penso non lo volesse nemmeno suor matilde).

    ps. luca g. ce l'aveva con me... ma ormai sono - quasi - insensibile alle sue punzecchiature!

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  16. Cara Sr. Matilde, la medesima domanda me la rivolse un ragazzo, pronto alla Cresima, portatore di handicap...mi disse se a questo punto sarebbe risorto con la medesima situazione e che senso avrebbe avuto: è nato senza la parte finale delle braccia, ha due moncherini dal gomito in giù...

    Che dire? gli ho spiegato che la situazione sarà talmente diversa che è difficile ora da spiegare, "vediamo come opaco" dice san Paolo, ma sul concetto di gloria, beatitudine non c'è da dubitare...non ci sarà ne pianto ne dolore e saremo "simili" agli angeli...
    Gesù stesso Risorto non viene riconosciuto subito, poi leggiamo che portava i segni della Passione... ho spiegato come anche nella Messa dove avviene il medesimo sacrificio ma INCRUENTO, ma riconosciamo il Risorto nel Crocifisso, anche noi ci riconosceremo MA SENZA ripetere QUESTE SOFFERENZE...

    Ho cercato di puntare sul fatto che è più importante concentrarsi sulla beatitudine promessa che non sul come ciò avverrà...perchè nella Patria eterna non ci saranno questi problemi, le differenze saranno e sono semplicemente un completamento della nostra unicità ma senza i problemi che ci hanno veduti coinvolti sulla terra...il come avverrà non lo sappiamo, ma sappiamo che nella Patria Celeste saremo ciò che siamo stati sulla terra, con la nostra unicità...

    ^__^

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  17. Il Cristianesimo autentico è nello Gnosticismo, e particolarmente nel Catarismo. La vera eresia è quella Cattolica. Guardate i frutti (questo mondo) e riconoscetene l'origine (la malevola divinità reggitrice di questo incubo).

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  18. ll digiuno dei "catari", parola usata contro questi cristiani che non ha niente a che vedere con la purezza, ma è un sinonimo di adoratore del diavolo e di cataristi, frangia dei manichei, era nient'altro che una quaresima fatta 4 volte all'anno. In quelle settimane la dieta era fatta di pane, alimento completo per l'epoca e non solo complemento del companatico, e acqua, o acqua bollita con una noce che è il thé del medioevo. . Quindi non legherei il catarismo alla anoressia. Inoltre era una quaresima per i religiosi e non per i fedeli, liberi di mangiare. L'unico digiuno idrico era di 3 gg che precedeva il consolamentum. Ci saranno almeno una ventina di registri dell'inquisizione a dimostrarlo. Molti accessibili al sito di Jean Duvernoy. Complimenti per l'articolo. Walt

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