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2 maggio 2010

XXX-XXXI. Nemmeno con un fiore(?)

Questi ultimi paragrafi della lettera di fra Umberto di Romans ai domenicani non mi hanno proprio convinto. Quel padre del deserto che toccava sua madre con la protezione di una coperta, più che un santo mi ricorda uno di quei matti che ad agosto si aggirano per i parchi con il cappotto. I veri pericoli per la castità - mi pare - vengono più che da abbracci con meno potenziale erogeno di un Topolino da quelle parole che rivelano la nostra intimità. E, secondo me, è proprio qui che molti sacerdoti rischiano di cascare: una direzione spirituale disattenta e la proverbiale scrivania in mezzo è come una diga bucata...

Comunque la si pensi, tutto si riduce alla vessata questione se sia possibile l'amicizia tra un uomo e una donna. Se si pensa che no, allora tutto - ogni sguardo, parola, contatto - diventa occasione di irresistibile tentazione. Chiamare una donna "carissima amica" o dirle "noli me tangere", dà la stura ad ogni tipo di malizia. E allora bisogna stare sempre in guardia, girare con la coperta in mano, i guanti di lattice e il burqa.

Se si pensa che sì, l'amicizia tra uomo e donna sia possibile, tutto diventa più sfumato, perchè il rapporto con ogni persona cambia a seconda del grado di confidenza, conoscenza e rispetto reciproco. Con alcune persone si può dormire nello stesso letto e ronfare serenamente, con altre si deve andare con cautela e piedi di piombo.

Il momento più delicato è quando ci si conosce. La scoperta dell'altro è una fase eccitante e dove davvero si rischia di trascendere, costruire castelli in aria, prendere fischi per fiaschi, camminare tre metri sopra il cielo salvo poi cadere nel primo tombino. Poi, però, i rapporti si chiariscono, si intuisce che manca la reciproca attrazione, ci si guarda con sguardo libero e puro. Alcuni penseranno che questo è impossibile: tra uomo e donna (ma soprattutto nell'uomo) si annida sempre e inestirpabilmente il tarlo del sesso. Suvvia, non siamo conigli, schiavi del gene della riproduzione! E poi la mia esperienza è differente: ho avuto la grazia di poter contare su alcune amiche care e preziose. E non sono certo baci e abbracci a mettere in pericolo il nostro rapporto e la nostra virtù.

XXX. Inoltre dobbiamo guardarci dal contatto non solo con donne lascive, ma anche con quelle virtuose: infatti, per quanto la terra sia buona, e lo sia anche la pioggia, mischiate l'una all'altra danno il fango. In questo modo, anche presupposto che la mano dell'uomo e quella della donna siano buone, tuttavia dal loro contatto talvolta nascono pensieri o sentimenti fangosi. Se uno tocca la pece, si sporcherà senz'altro la mano (Qo 13). E quale sciocco crede di poter mettere la mano nel fuoco e non bruciare (Pro 6)? Per questo un tal santo, trasportando per un fiume la propria madre, avvolgeva la mano in una coperta per non toccarla (Vite dei Padri del deserto).

XXXI. Se, quindi, secondo il detto dell'Apostolo (1Cor 7), è bene non toccare una donna, tanto più lo è non baciarla.

La concupiscenza, tuttavia, inganna ed acceca alcuni al punto che sostengono che baciare è cosa lecita, visto che, a quanto pare, quello stesso apostolo aveva permesso il bacio (1 Cor 16). Che brutta fine fa il giudizio della ragione, quando la smania di fare qualcosa lo incomincia a dominare! Una mente ossessionata, infatti, si plasma la coscienza a piacimento mentre realizza le proprie brame. Compiuto il fatto, questa stessa coscienza punge con amari rimorsi la mente, che, deviando verso il male, ha lasciato la strada della verità. Coloro che si preparano alle nozze eterne non desiderino abbracci mortali! Chi desidera l'abbraccio dello sposo del cielo è meglio che sia provvisto delle lampade della purezza e l'olio della gioia (Mt 25).

4 commenti:

  1. Non vorrei semplificare troppo la questione, ma mi sembra che il tutto si riduca a come la persona in questione viva la propria castità. Se ha con essa un rapporto conflittuale, oppure non è sufficientemente motivato, oppure la castità non fa per lui, ogni occasione è buona per indulgere a comportamenti non virtuosi.
    Tant'è che quando hai parlato dello sguardo hai detto che, (cito a memoria) persino la vista di un malleolo può provocare una tempesta ormonale. S. Paolo diceva che tutto è puro per i puri, ma se sguardi, abbracci, baci, hanno sempre un secondo fine, è chiaro che non si può fare finta di niente.

    Anselmo

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  2. anselmo, penso che tu abbia molta ragione. però io vorrei salvare un elemento del ragionamento di umberto che ritengo essenziale. un briciolo di ragion pratica nel condurre la propria vita ci vuole, giusto per evitare di autoindurci in tentazione.

    poi è necessaria anche qualche cautela e rispetto verso gli altri, perchè tu magari sei castissimo e puro come una rosa, ma chi ti sta di fronte no, per cui una carezza innocente diventa la fonte di viaggi mentali senza fine.

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  3. Vorrei proporvi anche:
    1.le lettere del B.Giordano alla B.Diana,
    2.le udienze di Giovanni Paolo II sulla mascolinità e femminilità, soprattutto quando presenta il passo di Gn "non è bene che l'uomo sia solo" (naturalmente vale anche per la donna),
    3.gli studi e i libri recenti che trattano di questo argomento, soprattutto della donna e dell'uomo come e in quanto persone umane.
    Mi sembra che ci sia anche un altro racconto dei Padri del deserto. Cito a memoria: alla sera un monaco chiede all'altro come aveva potuto quel giorno trasportare una donna all'altra riva. Colui l'aveva fatto non ci aveva più pensato.
    Comunque mi rallegro con voi.
    Un caro saluto.
    Sr. Matilde

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  4. grazie per gli ottimi consigli, cara sr. Matilde. Magari riesco a leggere - postare qualcosa prima della fine dell'anno di prenoviziato...

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