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9 giugno 2010

Reggio Emilia

La chiesa dei Domenicani, in origine dedicata non al Santo fondatore dell’Ordine ma al SS. Nome di Gesù, viene eretta a partire dal 1233 e subito dopo, nella vasta area retrostante, viene edificato il convento. Intorno a questo fatto non resta alcun dubbio, in quanto esistono due autorevoli documenti che lo confermano, l’antico Memoriale dei Podestà di Reggio, documento di valore storico indiscutibile, e la Cronaca che il Salimbene stava allora scrivendo e che così narra l’avvenimento: Nell’anno 1233 ebbe principio in Reggio la costruzione della Chiesa del Gesù dei frati Predicatori; e se ne fondò la prima pietra, consacrata dal Vescovo Nicolò, il dì di S. Giacomo. E ad erigere quel Tempio accorrevano i reggiani, uomini, donne, militi di cavalleria, di fanteria, campagnoli, cittadini; e portavano pietre, sabbia, calce sulle spalle entro varie specie di pelli e tessuti. E beato chi più ne poteva portare; e fecero le fondamenta della Chiesa e del caseggiato annesso, e alzarono una parte delle muraglie; al terzo anno compirono tutto il lavoro. E allora frate Giacomino da Reggio ne dirigeva la buona esecuzione.



L’area su cui sorge il complesso era situata a nord-est della città vecchia, era una zona ancora informe e non ancora racchiusa dalle mura ed era composta da una distesa di prati verdi, interrotti da sparsi casolari, su cui si affacciavano da un lato la torre di S. Giacomo e dall’altro la chiesa di S. Pietro con il suo Ospedale. Più lontano apparivano le torri delle nuove porte cittadine di Santa Croce e di S. Pietro, che più tardi dovranno completare la cinta della città, quando la cortina merlata le avrà congiunte. Intanto la nuova chiesa spiccava netta all’estremo di quel sobborgo, senz’altro sfondo che quello della campagna aperta.

Quello di Reggio Emilia fu sicuramente uno dei primi conventi dell’Ordine e deve forse la sua origine a fra Giovanni da Vicenza. Costui, predicando nell’Agosto del 1233 presso Verona, riconciliò persone appartenenti a una ventina di Comuni e concluse la famosa, ma poco durevole, pace fra bolognesi, modenesi e reggiani. Forse in tale occasione si accese nel cuore degli abitanti di Reggio Emilia il desiderio di avere nella loro città un Convento dello stesso Ordine di quel zelante e famoso predicatore.

Il primo atto autentico, che finora ci assicura della presenza dei domenicani a Reggio è in data 11 dicembre 1240, è rogato in Reggio da Attone Notaio del Sacro Palazzo e tratta di un certo Guido Pegolotti che lascia i suoi beni alla Confraternita dei Poveri (frati del Parolo) con l’obbligo di dare ogni anno ed in perpetuo un quartaro di vino da servire per le Messe, alla fraternità o Religione dei Predicatori di Reggio.

IL CONVENTO DI REGGIO: PRIMI SECOLI
Nel convento di Reggio Emilia già dalla fine del XIII secolo è fiorente lo Studium con tre lettori: il lector primus, il lector secundus e il lector moralis. I frati del convento reggiano ricevono fin dall’inizio della loro storia beneficenze, lasciti, legati, tanto che, da un registro d’amministrazione dell’anno 1558, troviamo il patrimonio immobiliare del Convento costituito da 679 bifolche di terreno, mentre un secolo prima raggiunse il massimo, 975 bifolche. Nella chiesa si moltiplicano sepolcri e mausolei delle più illustri famiglie reggiane. Ma se in certi periodi la quantità di beni stabili in godimento è cospicua, in altri invece le necessità di ricostruzione o ampliamento della chiesa e del convento risultano ostacolate da angustie finanziarie e vengono sostenute dai contributi della Comunità e da beneficenze. Inoltre in certi periodi, soprattutto in anni di pestilenze, di guerre, di carestie, le opere di sostentamento ai poveri e ai bisognosi portano anche alla vendita di beni del convento.

[Andrea]

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