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23 giugno 2010

Rimini

L’azione pacificatrice che fra Pietro da Verona, nel 1249, praticò tra i comuni della Romagna fece sorgere negli abitanti di Rimini il desiderio di avere quei religiosi in città.

Il 21 gennaio 1254 fra Giovanni da Vicenza domandò al Consiglio di Rimini un tratto di terreno ab Ecclesia et territorio Ecclesie S.Cathaldi inferius versus Apsam, sul quale erigere un convento e domandò anche che gli fosse concessa una casa nella contrada stessa perché i frati potessero abitarvi durante i lavori di costruzione; il comune acconsentì ad entrambe le richieste. Due anni più tardi lo stesso fra Giovanni ottenne dal vescovo Giacomo il possesso della chiesa parrocchiale di S. Cataldo. L’atto di cessione fu stipulato nella chiesa stessa da Ventura di Giovanni e Donato di Gualtieri Donati sindaci della contrada i quali, a nome dei suoi abitanti, acconsentirono alla cessione imponendo però condizioni e riserve che furono accettate.

In un altro consiglio municipale tenuto sotto la podesteria di Riccardo Villa il 14 novembre 1256 la Chiesa riminese concesse ai frati domenicani un altro terreno a lato del muro pubblico che passava presso la chiesa, ottenendo di poter aprire una porta per accedere a dei terreni che avevano al di la di quello. Nel 1265 i Domenicani ebbero una lite con il comune per quella porta della quale si temeva che essi abusassero ma una bolla di papa Clemente IV, che proprio in quell’anno impose alla città un vescovo domenicano, Ambrogio da Orvieto (1265-1277), esortava il Podestà, il Consiglio e la comunità di Rimini a permettere ai frati di S. Cataldo di mantenere il possesso delle porte ricavate nelle mura cittadine. È forse per questo motivo che Carlo Malatesta più tardi costruirà quell’appendice delle mura antiche che partendo da porta S. Cataldo seguendo il rigagnolo della fontana chiuse ed abbracciò tutto il convento.



Ma la chiesa di S. Cataldo, a causa delle folle di fedeli che i frati Predicatori attiravano, si rivelò di dimensioni insufficienti e così verso il 1278 iniziarono i lavori di costruzione di una nuova chiesa, sempre dedicata a S. Cataldo, più grande che rimase in piedi fino al 1816, anno in cui fu demolita. Nel 1279 il cardinale Latino Malabranca, legato di papa Nicolò III, concesse l’indulgenza a chi prestava elemosina per la costruzione della nuova chiesa dei frati predicatori.

[Andrea]

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