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27 dicembre 2014

Modelli per l'umanità

Dopo la celebrazione della Natività del Signore, la liturgia della Chiesa ci continua a guidare nella contemplazione del grande mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Da antica tradizione, risalente con tutta probabilità al XVII secolo,  nei giorni immediatamente successivi alla solennità del Natale si celebra la festa della Santa Famiglia Gesù, Maria e Giuseppe. Nel 1895, Papa Leone XIII stabilì che tale festa fosse vissuta durante la terza domenica dopo l’Epifania, mentre la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II la ha  anticipata alla prima domenica dopo Natale, che quest’anno cade il 28 dicembre.

Il senso di questa celebrazione è felicemente espresso dal Martirologio Romano, antico testo alla base del nostro calendario liturgico. In esso leggiamo “Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, esempio santissimo per le famiglie cristiane che ne invocano il necessario aiuto”. In un momento storico nel quale l’istituzione famigliare sembra spesso navigare in acque burrascose, la Chiesa invita tutti ad accostarsi a Cristo ed ai suoi santi genitori per ricevere una dolce ed infallibile lezione di vita famigliare. In questi mesi, nei quali la santa Chiesa affronta un vivace cammino di approfondimento sul tema della famiglia è quanto mai importante guardare a Nazareth e implorare il Signore perché in tutte le famiglie del mondo fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore che era presente nella casa di Giuseppe. La Santa Famiglia aiuti tutti ad imitare la sua comunione di amore, la sua semplice ed austera bellezza, il suo carattere sacro ed inviolabile ed in particolare la fede, che le letture della Messa sembrano suggerire come fondamentale per un vero e fruttuoso cammino famigliare. Impariamo poi da Nazareth quanto sia dolce ed insostituibile la formazione che si riceve in una famiglia dai sani principi e quale sia il suo ruolo primordiale sul piano sociale.

Contemplare la Santa Famiglia non è solo finalizzato ad apprendere un mirabile modello di vita famigliare. Durante la sua visita in Terra Santa, nel 1964, il Beato Papa Paolo VI affermò che Nazareth è la scuola in cui si incomincia a comprendere la vita di Gesù, la scuola del vangelo: “qui si impara a guardare, ad ascoltare, a meditare e a penetrare il significato così profondo e misterioso di questa semplicissima, umilissima e stupenda manifestazione del Figlio di Dio”. Qui si impara anche ad imitare il Signore Gesù nell’obbedienza filiale, nel silenzio e nella dedizione al lavoro che egli ha vissuto prima dell’inizio della sua vita pubblica.

All’interno della Famiglia di Nazareth risplende la figura della Vergine Maria. Non c’è tempo liturgico più propizio di quello del Natale per contemplare la sua Divina Maternità, dogma definito dal Concilio di Efeso nel 431. La Chiesa celebra la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio il 1 gennaio di ogni anno. In questo modo ricordiamo che il Verbo eterno è entrato nel tempo per mezzo di Maria della quale veneriamo anche, necessariamente, la perpetua verginità. Con la consapevolezza che, sotto la Croce, il Signore Gesù ha affidato l’umanità intera alle materne premure della Vergine Maria, la Santa Chiesa invoca la sua intercessione per il nuovo anno solare che in questo giorno ha il suo inizio, affinché questo talento che riceviamo dalla Provvidenza  sia fatto convenientemente fruttare in modo da contribuire alla realizzazione del Regno di Dio sulla terra.

Fr. Alessandro Benedetto M. Amprino O.P.

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