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23 gennaio 2015

Gesù e il tempio

Luca 2, 41-50
Questo passo del Vangelo è quello che ci fa meditare il 5° mistero gaudioso del santo Rosario. È lo smarrimento e il ritrovamento di Gesù nel tempio. Ma questo smarrimento e ritrovamento non sono per Gesù; cioè come sappiamo bene, non è Gesù che si smarrisce. Sono Maria e Giuseppe che lo smarriscono e che, dopo averlo cercato per tre interminabili giorni, lo ritrovano nel tempio. Così allo stesso modo siamo noi che lo smarriamo e dobbiamo cercarlo e ricercarlo. Ma lo stesso Gesù ci aiuta in questa ricerca. Egli ci indica il luogo dove dobbiamo cercare: il tempio.

Cosa è per noi il tempio? Semplice: il tempio è la chiesa, l’edificio, la casa di Dio dove noi possiamo andare e cercarLo. Lì, Lo troviamo presente realmente nella santa Eucaristia. Cosa sacrosanta. Ma questo ci basta?

Si, abbiamo trovato Gesù! E riversiamo su di Lui tutti i nostri problemi, tutto ciò che ci serve e che a noi sembra giusto. Lui è lì che ascolta e prende atto. E adesso? Adesso siamo noi che dobbiamo ascoltare e prendere atto. Come? O meglio dove, se di luogo si può parlare?

C’è ancora un altro tempio dove è possibile trovare Gesù, più profondo. S. Paolo c’è lo ricorda chiaramente: il nostro corpo è tempio dello Spirito santo, dimora di Dio. Il nostro cuore è il tempio dove ancora possiamo trovare Dio. Lì saremo capaci di ascoltarlo. Lì, lo stesso Gesù parlerà, così come parlava ai dottori della Legge, “ascoltandoli e interrogandoli”, spronandoli, lasciandoli meravigliati e senza parole, possiamo dire umiliati. Allo stesso modo parla ai nostri cuori, parlando ai nostri idoli e alle falsità che portiamo dentro distruggendoli, facendoli cadere uno ad uno. Come un tiratore scelto, colpisce esattamente il suo bersaglio! 
Dunque è Gesù che nel nostro tempio, nel nostro cuore purifica dal peccato. Questo ci rimanda chiaramente al passo dei venditori schiacciati dal tempio. Solo Gesù ha l’autorità, la potenza di distruggere il male, il diavolo. Noi da soli noi non possiamo far nulla. Il nostro impegno deve essere soltanto quello di cercare Dio e lasciarLo agire. E se questo momento nella nostra vita non è ancora arrivato, dobbiamo avere un po’ di pazienza, arriverà! Come dice Gesù a Giàiro, quando vengono a dirgli: “Tua figlia è morta non disturbare più il Maestro!”, come se si volesse dire, non c’è più speranza. 


Ma chi è la Speranza se non Cristo. Ed è li davanti a lui, gli dice infatti: “Continua solo ad aver fede!”. Possiamo vedere qui anche un parallelismo tra i dodici anni di Gesù e i dodici anni della figlia di Giàiro. Il numero dodici simboleggia la PIENEZZA, il tempo stabilito da Dio in cui ci salva.

Allora, abbiamo fede in Dio che ci farà risorgere dal nostro peccato, dal nostro orgoglio, dai nostri falsi idoli. Ma ci sono due figure ancora che ci illuminano il cammino della fede e ci aiutano a trovare Gesù. Sono Maria e Giuseppe. La loro affannosa ricerca, durata tre giorni - e pensiamo cosa significa per una madre e un padre non trovare un figlio per tre giorni - ci faccia pensare alla fatica della ricerca ma anche alla gioia del ritrovamento.

Possiamo riferire questa affannosa ricerca anche al santo Padre Domenico. Dove egli ha cercato  Gesù?
Lo ha cercato nel viaggio intrapreso verso l’Europa settentrionale con il vescovo Diego, Lo ha cercato nelle popolazioni non evangelizzate che incontrava nel suo viaggio, Lo ha cercato nell’oste in quella notte trascorsa insonne per convertire un’anima, Lo ha cercato in un ideale evangelico che ha saputo trasmettere a tante generazioni dopo di lui fondando il nostro Ordine.

Chiediamo a San Domenico, a San Giuseppe e alla Santa Vergine di guidarci in questa ricerca di Dio, solo nel quale possiamo pervenire alla PIENEZZA della Vita.


Fr. Francesco Lombardo o.p.

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