Il 21 febbraio 2015 è stata resa
pubblica la decisione con cui il Santo Padre Francesco attribuisce il titolo di
Dottore della Chiesa Universale al monaco armeno san Gregorio di Narek, vissuto cavallo tra il X e l’XI secolo e definito dal
Martirologio Romano “insigne per la dottrina, gli scritti e la scienza mistica.
Nel mondo occidentale Gregorio
non è molto conosciuto e il suo pensiero è approfondito da pochi esperti. Egli
risulta tuttavia uno dei più grandi rappresentanti della cultura armena e della
spiritualità di tale comunità ecclesiale che ricorda quest’anno il primo
centenario del genocidio operato dall’Impero Ottomano, a causa del quale
persero la vita, in odio alla fede, oltre un milione di persone.
Accolto in giovane età nel
monastero di Narek, in Armenia, san Gregorio si distinse ben presto per la sua
umile carità, per l’impegno profuso nel lavoro. Uomo di preghiera, il santo
monaco compose non pochi inni che ancora
oggi arricchiscono la Liturgia armena.
Negli anni della sua non lunga vita terrena
(morì nel 1033 poco più che cinquantenne) coltivò una profonda devozione verso
la Madre di Dio alla quale dedicò numerose preghiere e alcuni scritti studiati
anche per le affermazioni teologiche in essi contenute circa l’Incarnazione di
Cristo.
Fonte dell’eminente dottrina di
Gregorio erano l’assidua contemplazione dei misteri della fede e il costante
rapporto interiore con Dio. “Dal profondo
del cuore colloquio con Dio” : con queste parole si aprono tutti i canti
poetici (in armeno “ban”) che compongono il “Libro delle Lamentazioni” considerato da molti il capolavoro del
santo monaco di Narek. In questo scritto sono quasi introvabili una trama
narrativa o uno sviluppo contenutistico. Il testo si presenta come un dialogo
orante tra l’autore e il suo Dio in cui ogni singola parola esprime
mirabilmente il dramma interiore della creatura che, conoscendo la sua
piccolezza e il limite della realtà terrena in cui vive, sperimenta, a tratti
violentemente, la vertigine dell’infinito giungendo alla progressiva assimilazione,
che ha carattere di sacrificio spirituale, della sua parola con quella di Dio.
Attraverso la decisione del Sommo
Pontefice, san Gregorio viene ora proposto alla Chiesa Universale come mirabile
esempio di dottrina e di santità. Egli si aggiunge a tutte le altre grandi
figure poste come sentinelle a vegliare sul popolo di Dio affinchè non si lasci
mai sviare da dottrine vare e peregrine. A ciascuno di noi l’impegno di
custodire con fedeltà i suoi insegnamenti per godere la grandezza della misericordia
di Dio.
fr Alessandro Amprino op
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