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11 marzo 2015

Dal profondo del cuore: San Gregorio di Narek

Il 21 febbraio 2015 è stata resa pubblica la decisione con cui il Santo Padre Francesco attribuisce il titolo di Dottore della Chiesa Universale al monaco armeno san Gregorio di Narek, vissuto  cavallo tra il X e l’XI secolo e definito dal Martirologio Romano “insigne per la dottrina, gli scritti e la scienza mistica.
Nel mondo occidentale Gregorio non è molto conosciuto e il suo pensiero è approfondito da pochi esperti. Egli risulta tuttavia uno dei più grandi rappresentanti della cultura armena e della spiritualità di tale comunità ecclesiale che ricorda quest’anno il primo centenario del genocidio operato dall’Impero Ottomano, a causa del quale persero la vita, in odio alla fede, oltre un milione di persone.

Accolto in giovane età nel monastero di Narek, in Armenia, san Gregorio si distinse ben presto per la sua umile carità, per l’impegno profuso nel lavoro. Uomo di preghiera, il santo monaco  compose non pochi inni che ancora oggi arricchiscono la Liturgia armena.

 Negli anni della sua non lunga vita terrena (morì nel 1033 poco più che cinquantenne) coltivò una profonda devozione verso la Madre di Dio alla quale dedicò numerose preghiere e alcuni scritti studiati anche per le affermazioni teologiche in essi contenute circa l’Incarnazione di Cristo.
Fonte dell’eminente dottrina di Gregorio erano l’assidua contemplazione dei misteri della fede e il costante rapporto interiore con Dio. “Dal profondo del cuore colloquio con Dio” : con queste parole si aprono tutti i canti poetici (in armeno “ban”) che compongono il “Libro delle Lamentazioni” considerato da molti il capolavoro del santo monaco di Narek. In questo scritto sono quasi introvabili una trama narrativa o uno sviluppo contenutistico. Il testo si presenta come un dialogo orante tra l’autore e il suo Dio in cui ogni singola parola esprime mirabilmente il dramma interiore della creatura che, conoscendo la sua piccolezza e il limite della realtà terrena in cui vive, sperimenta, a tratti violentemente, la vertigine dell’infinito giungendo alla progressiva assimilazione, che ha carattere di sacrificio spirituale, della sua parola con quella di Dio.
Attraverso la decisione del Sommo Pontefice, san Gregorio viene ora proposto alla Chiesa Universale come mirabile esempio di dottrina e di santità. Egli si aggiunge a tutte le altre grandi figure poste come sentinelle a vegliare sul popolo di Dio affinchè non si lasci mai sviare da dottrine vare e peregrine. A ciascuno di noi l’impegno di custodire con fedeltà i suoi insegnamenti per godere la grandezza della misericordia di Dio.

                                                                                fr Alessandro Amprino op  

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