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7 marzo 2015

La Quaresima e il battesimo

Abbiamo da poco iniziato il tempo di Quaresima, un tempo che è connotato da un forte richiamo al battesimo, come emerge bene dalle preghiere che la liturgia della Chiesa ci propone in questo periodo. Del resto la Quaresima stessa venne istituita inizialmente per i catecumeni, come tempo di preparazione più prossima alla ricezione del battesimo, nella santa notte di Pasqua. Può essere allora interessante vedere qual è il significato teologico del battesimo e come esso illumini il periodo quaresimale.

Il battesimo è il sacramento che significa e realizza la rinascita dell'uomo peccatore mediante la sua unione alla morte e alla risurrezione di Cristo. San Paolo nella Lettera ai Romani afferma: «non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). Lo stesso gesto di immergere il battezzando nell'acqua e farlo poi riemergere significa questo: l'uomo peccatore nel battesimo muore insieme a Cristo al peccato e risorge insieme a Cristo per vivere una vita nuova. Il battesimo allora è quel «lavacro di rigenerazione e rinnovamento» (Tito 3,5) mediante cui l'uomo è purificato dai suoi peccati e santificato, in forza della sua partecipazione alla morte salvifica di Cristo. La nuova vita del battezzato è segnata dai doni che egli ha ricevuto in questo sacramento: la grazia santificante, le virtù infuse, i doni dello Spirito Santo, l'adozione a figlio da parte di Dio, la promessa dell'eredità eterna. 

Ma se il battesimo unisce a Cristo, allora esso unisce anche al Suo corpo mistico, che è la Chiesa: ecco che alla dimensione teologica personale del battesimo si unisce subito quella comunitaria. Questo sacramento è infatti il mezzo con cui gli uomini entrano nella Chiesa, società dei redenti, andando a costituire quel popolo santo di Dio chiamato a renderGli gloria con la propria vita. 

A questo punto il legame col tempo di Quaresima si fa evidente: questo è appunto il tempo in cui siamo chiamati a fare penitenza dei nostri peccati – e anche di quelli altrui –, per purificare noi stessi e il mondo dal veleno del male. E questo dobbiamo farlo non in uno sforzo solitario basato sulle nostre forze, ma in unione a Cristo, alla sua morte e alla sua risurrezione, e in comunione con la sua Chiesa, sempre mossi dall'amore di Dio e dal desiderio della Sua gloria e con lo sguardo rivolto al Cielo, le cui porte il battesimo ci ha aperto.

Termino con le belle parole del Prefazio II di Quaresima:

È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale,
perché si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni. 
                                                                                                                                  
fra Michele Pari o.p.
                                                                                                                                 

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