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26 marzo 2015

Il Cristo Risorto di Michelangelo

Quando si entra dall’ingresso laterale di una chiesa solitamente non si pensa di trovare chissà quale opera d’arte, ci dobbiamo accontentare delle solite bacheche cariche di avvisi di ogni genere, quasi fosse la bacheca all’ingresso di una università, e quando va bene qualche devota immagine devozionale di stampo ottocentesco. Coloro che entrano dall’ingresso laterale della bella basilica gotica di S. Maria Sopra Minerva in Roma, dopo le bacheche (sempre molto ordinate quasi minimal) sulla destra oltrepassano la tomba di un beato, un anonimo pittore del ‘400 (il beato Angelico) e si ritrovano sulla sinistra un bel blocco di marmo scolpito da un altro anonimo….Michelangelo.

Quando il turista o il fedele comprende cosa ha di fronte ha un attimo di svenimento, lo shock di trovarsi davanti ad un opera di uno dei grandi maestri dell’arte senza nessun preavviso li rende spauriti. Superato lo stupore iniziale, alcuni non lo superano e rimangono nel loro stato di stupidità, focalizzano la figura che si trovano dinnanzi. Ecco pian piano comprendono che è un uomo, ma è di marmo, ma è un uomo forte, possente, quasi nudo se non fosse per quelle braghette di bronzo. Molti di coloro che ammirano e cominciano ad amare quest’uomo non sono neppure Cristiani e quindi non sanno chi esso sia, purtroppo non lo sanno neppure tanti battezzati. Allora il turista faidate (non vogliamo considerare coloro che sono vengono scorrazzate in giro dalle guide iperinformate) prende il proprio cellulare e comincia a cercare sul web, trovano la pagina di wikipedia  e cominciano a comprendere qualcosina.


L’artista non ha voluto solamente dimostrare la sua bravura nello scolpire il marmo, nell’imprimergli una forte resa anatomica, nell’attento studio del movimento, ma ha voluto mostrare un qualcuno di importante per coloro che si dicono Cristiani. Per i Cristiani egli è Dio, il Creatore del Cielo e della Terra, è Gesù Cristo il Figlio di Dio Padre, è colui che si è incarnato nel grembo di una vergine per poter salvare il mondo dal peccato e dalla morte. Ma per salvarlo è dovuto passare sotto l’umiliazione della morte di Croce. Ma la morte non è stata la fine infatti quest’opera d’arte raffigura il momento della risurrezione dai morti. Dalla sua morte e dalla sua resurrezione è scaturita la salvezza dell’umanità.

Michelangelo vuole mostrare tutta la forza del Risorto, non è un uomo sconfitto dalla morte ma è Dio che si mostra in tutta la sua potenza. Il Risorto abbraccia in modo amoroso gli strumenti della Passione (la Croce, la canna, la spugna). La croce non è un elemento decorativo ma è ciò che sorregge l’intera figura, perché la croce è la fonte della forza di coloro che credono in Lui. Il Turista vede che il Cristo volge il suo sguardo di lato, forse proprio a lui, e constata che è un volto forte, di quella forza che scaturisce dall’amore. In quest’istante una fiamma parte dal cuore del turista e si sente improvvisamente strano, un calore si impadronisce di lui e lo fa sentire diverso: si sente amato.

Questa statua non è solamente un’opera d’arte ma è anche un libro aperto dal quale possiamo conoscere un pò del mistero di Dio. Per noi domenicani, custodi di questo tesoro, è un grande mezzo di predicazione della Salvezza, perché il volto marmoreo di Cristo a volte è più efficace di qualsiasi altra cosa, e ciò perché pure colui che l’ha realizzato era stato per primo attratto dal volto misterioso di Dio Divina Bellezza.
                                                                       

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