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23 maggio 2015

Trinità e vocazione

Alla base della vita consacrata, in qualunque forma essa si esprima, c'è la vocazione dell'uomo, in particolare del fedele, da parte di Dio: è Dio che, prendendo l'iniziativa, chiama il battezzato a consacrarsi a Lui in modo speciale. Ma questo Dio che chiama è un Dio Trinitario:
ogni vocazione reca in sé i tratti caratteristici delle tre Persone della comunione trinitaria. Le Persone divine sono sorgente e modello d'ogni chiamata. Anzi, la Trinità, in se stessa, è un misterioso intreccio di chiamate e risposte. Solo lì, all'interno di quel dialogo ininterrotto, ogni vivente ritrova non solo le sue radici, ma anche il suo destino e il suo futuro, ciò che è chiamato a essere e a diventare, nella verità e libertà, nella concretezza della sua storia (Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica – et al., Nuove vocazioni per una nuova Europa, n. 15).
Come ogni operazione esterna di Dio, anche la vocazione è dunque un'azione che riguarda tutta la Trinità, e quindi coinvolge tutte e tre le divine Persone, ma ciascuna nel modo suo proprio: è una chiamata del Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo.

Il Padre è Colui dal quale parte la chiamata: è Lui che invita a sé il fedele, mediante un'attrazione amorosa che spinge il chiamato al ricambio, un ricambio radicale e totale, che porta al dono di tutta la vita. Ma il Padre è anche il termine della risposta del fedele alla chiamata: la consacrazione religiosa, infatti, ha la sua meta ultima nel Padre, nel servizio di Lui e nella comunione filiale con Lui.


In proposito è significativo il n. 17 di Vita consecrata, documento uscito nel 1996 dopo il sinodo sulla vita consacrata svoltosi nel 1994 e promulgato da Giovanni Paolo II. In questo numero, dedicato al ruolo del Padre nella vocazione alla vita consacrata, leggiamo:
il Padre, creatore e datore di ogni bene, [...] attrae a sé una sua creatura con uno speciale amore e in vista di una speciale missione. [...] Assecondando quest'appello accompagnato da un'interiore attrazione, la persona chiamata si affida all'amore di Dio che la vuole al suo esclusivo servizio, e si consacra totalmente a lui e al suo disegno di salvezza. Qui sta il senso della vocazione alla vita consacrata: un'iniziativa tutta del Padre (cfr. Gv 15, 16), che richiede da coloro che ha scelti la risposta di una dedizione totale ed esclusiva. (Vita consecrata, 17)

Il Figlio è Colui attraverso il quale la chiamata giunge al fedele e anche Colui attraverso il quale il fedele risponde a tale chiamata del Padre e si incammina verso di Lui: il Figlio è la via al Padre. Inoltre il Figlio incarnato, Gesù Cristo, è per il religioso il Modello: con l'esempio della sua vita, casta, povera e obbediente, totalmente consacrata al Padre, egli continua a chiamare i fedeli a rispondere in modo totale all'invito amoroso del Padre a lasciare tutto per Lui. La persona che si fa coinvolgere da Gesù Cristo e dalla sua vita,

non può non abbandonare tutto e seguirlo (cfr. Mc 1, 16-20; 2, 14; 10, 21.28). Come Paolo, essa considera tutto il resto «una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù», a confronto del quale non esita a ritenere ogni cosa «come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3, 8). La sua aspirazione è di immedesimarsi con Lui, assumendone i sentimenti e la forma di vita (Vita Consecrata, 18)

La chiamata del Padre attraverso il Figlio si compie nel consacrato per l'azione dello Spirito Santo. Egli è necessario per poter udire l'invito del Padre a porsi alla sequela di Cristo. Inoltre:
è Lui che, lungo i millenni, attrae sempre nuove persone a percepire il fascino di una scelta tanto impegnativa. Sotto la sua azione esse rivivono, in qualche modo, l'esperienza del profeta Geremia: «Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre» (20, 7). È lo Spirito che suscita il desiderio di una risposta piena, è Lui che guida la crescita di tale desiderio, portando a maturazione la risposta positiva e sostenendone poi la fedele esecuzione; è Lui che forma e plasma l'animo dei chiamati, configurandoli a Cristo casto, povero e obbediente e spingendoli a far propria la sua missione (Vita consecrata, 19).


È dunque lo Spirito Santo che, agendo nell'interiorità del fedele, gli fa udire la voce del Padre che lo chiama, suscita in lui la risposta, la accompagna e la compie fino al dono totale della vita a Dio. Lo Spirito, del resto, è il Santificatore, è lo Spirito Profetico: una vita dedicata in modo così particolare alla santificazione, una vita dal carattere così profetico come la vita consacrata non può non avere alla sua origine un intervento dello Spirito Santo.

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