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31 gennaio 2010

III-IV. Una volta (non) era tutta un'altra cosa

In giro c'è un sacco di gente che ha una gran nostalgia dei gran bei tempi andati. A scuola ci sono quelli (tutti cresciuti prima del '68) che vagheggiano la scuola del prima del maggio parigino. In parrocchia, invece, ci sono quelli (tutti nati dopo il '65) che sognano la Chiesa preconciliare. I più numerosi (tra cui conto anch'io) sono quelli che si ricordano com'era il calcio prima della sentenza Bosman.

Insomma, noi fantastichiamo dietro all'età dell'oro finché non ci capita tra le mani un libro scritto nel presunto periodo aureo. E magari scopriamo che somari (insegnanti) e teppisti (alunni) affollavano anche la scuola di Gentile, che i preti tridentini in seminario ci andavano più per soldi che per fede e che le partite di calcio erano un palla proprio come oggi.

Uno di questi testi sono i paragrafi seguenti, tratti dalla lettera all'Ordine dei Predicatori, scritta nel 1250 dal Maestro generale, il beato Umberto di Romans.
Ecco servito chi credeva che i frati del 1200 erano tutti pii, devoti e santi. A leggerla, la lettera di Umberto sembra scritta oggi per un qualsiasi convento dell'ordine (non per quello di Bergamo, ovviamente). Allora come oggi i frati si imboscano, si atteggiano, fanno fughine, brontolano, ricattano il priore e ingoiano cammelli...


III. Al contrario, la disobbedienza è proprio odiosa! Infatti, è paragonabile al delitto dell'idolatria (1Re 15). Disobbendendo si commette, in spirito, o un furto o una rapina. Se si disobbedisce di nascosto, si tratta di furto; se lo si fa apertamente, allora è una rapina: in entrambi i casi ci appropriamo, contro il volere del padrone, di una cosa altrui. Infatti, rivendichiamo ingiustamente la volontà che abbiamo abbandonato a favore di Cristo. Non ingiustamente, quindi, il nostro padre Adamo viene privato, a causa della disobbedienza, di immortalità ed innocenza ed è scacciato dalle delizie Paradiso per essere spedito in questa valle d'infelicità (Gen 3). Così si capisce bene la gravità di questa colpa!

IV. Ci sono molte cose che rendono l'obbedienza lodevole. Sono ancora di più quelle che la guastano. Ad esempio, ci sono alcuni che, per spicciarsi in fretta, fanno alla carlona i compiti a loro affidati. Altri, poi, estorcono il permesso; altri non si preoccupano di ottenerlo; altri non temono di fare ciò che più aggrada loro, anche se viene negato loro il permesso; altri controbattono al loro superiore quando dà loro un incarico - e tuttavia obbediscono; altri accettano l'ordine con molta devozione per poi guardarsi bene dall'eseguirlo; altri, per evitare di ricevere un compito, si imboscano; altri, ed è la cosa peggiore, si atteggiano in modo tale che il superiore non osa neppure ordinare loro qualcosa.

Alcuni dicono di non sapere o di non essere capaci di fare ciò che viene loro affidato, riuscendo nell'impresa di aggiungere alla disobbedienza la menzogna, visto che il loro vero impedimento non è l'ignoranza o l'incapacità, ma la volontà. Alcuni non vogliono fare le cose che vengono loro richieste per paura che poi si prenda l'abitudine a richiederle a loro. Altri le fanno brontolando, oppure non spontaneamente ma controvoglia. Altri ancora, eseguono gli ordini ma facendo il muso e molto lentamente.

Ci sono anche quelli che ottengono ciò che vogliono con minacce o preghiere importune. E se, talvolta, viene loro negato un permesse, mettono sotto sopra il convento e vanno in crisi. Tutti questi, se prestassero attenzione, nella loro coscienza, alla vera disobbedienza, si accuserebbero con forza delle colpe di cui sopra. Macché! Sono molti quelli che filtrano la zanzara e ingoiano il cammello (Mt 23), che si puniscono per le piccole negligenze e si scordano quelle più gravi, come se non si rendessero conto di questa pericolosa condizione. Se, infatti, amassero di cuore puro, si sforzerebbero di correggere non tanto una singola azione cattiva, quanto l'atteggiamento cattivo.

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12 commenti:

  1. Caro Luca,
    una volta era davvero tutta un'altra cosa, infatti quelle sregolatezze venivano appunto rimproverate pubblicamente, spesso punite e, sebbene compiute, poichè erano pur sempre uomini, tuttavia non sarebbe mai venuto in mente ad alcuno di difenderle, come invece accade oggi.
    Attento pertanto frà Luca, perchè cominciare a dire che anche una volta si infrangeva la disciplina è l'imbocco della strada per infrangerla domani.
    Stai bene carissimo.

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  2. Volevo rispondere, ma ci ha già pensato l'ottimo Luca G. ;).

    Aggiungo solamente di mio che i dubbi sul post-concilio sono seri: a parte che anche un cieco ormai può vedere in che stato è ridotta la Chiesa (il cattolicissimo Belgio ora spiritualmente è un cimitero, e questo è solo un esempio); poi ci sono alcuni dubbi riguardo il Concilio stesso, e correlati all'enciclica segnalata da Luca:

    http://www.unavox.it/051b.htm

    non so a voi, ma a me questo articolo ha fatto riflettere.

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  3. cari tutti, grazie per i commenti.

    i discorsi che fate voi li facevano anche i vostri nonni e i vostri bisnonni. io stesso mi lascio sfuggire un qualche: "negli anni 90 era molto meglio". se fosse così davvero, la storia non sarebbe altro che un inarrestabile tramonto. mi pare che le cose non stiano proprio così.

    mitizzare il passato non consente di scorgerne gli aspetti negativi di allora e di vedere con chiarezza quelli positivi di oggi.
    oggi ad esempio, la gente è più sana e educata e gode di una quantità maggiore di diritti civili, sociali e politici. Ci sono meno guerre. E il numero dei cristiani e dei cattolici è in continua crescita (nonostante il CVII).

    Con questo non voglio dire che vada tutto bene e chiudermi gli occhi di fronte ai problemi attuali. Dico solo due cose:
    1) anche nel passato c'erano gravi problemi,
    2) anche nel presente ci sono tanti aspetti positivi che ci permettono di guardare con ottimismo al futuro.

    In fin dei conti, lo Spirito Santo è presente anche nella chiesa post-conciliare e non la lascerà mai sola.

    una precisazione a parte per puer: non sono un frate e, se mai mi capiterà la grazia di non infrangere mai la disciplina, non sarà certo perchè penso che i frati di 100 anni fa non lo facessero. Ubbidire al proprio superiore è un bene in sè e questo basta a desiderarlo.

    cmq. ti invito a riflettere sul perchè tutti gli ordini mendicanti (a partire dai carmelitani per finire ai domenicani abbiano avuto bisogno di una riforma).

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  4. Il bello è quando il superiore punisce coloro che "controbattono e tuttavia obbediscono" e premia coloro che "accettano l'ordine con molta devozione per poi guardarsi bene dall'eseguirlo"...

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  5. Scusa Luca r, ti avevo scambiato per l'altro Luca non badando alla finale. Comunque sottolineo che non ho negato l'antichita' delle imperfezioni, ma ho contestato il metodo: non bisogna paragonare i difetti, quelli ci saranno sempre, ma le reazioni ad essi, perche' i difetti provengono dalla debolezza umana, che e' costante (forse), mentre le reazioni ad essi sono generate dalla volonta' e influenzate dal clima culturale; e' su di esse pertanto che si puo' basare un confronto tra le epoche in questa materia. Rimango quindi del mio parere, e proprio la questione delle riforme degli ordini conferma quanto appena scritto. Sara' forse un caso che l'ultima riforma francescana, la piu' fruttuosa in vocazioni e santita' di vita, i cosiddetti Francescani dell'Immacolata, ha cominciato a insegnare la Messa antica e impone una disciplina molto "vecchio stile" ai suoi novizi? Ma questo forse corrisponde ad un criterio piu' ampio: come tu dici tutti gli ordini (e non solo i mendicanti) hanno avuto bisogno di una riforma. Si', ci ho riflettuto, e mi sono ricordato che questa riforma consisteva sempre di un ritorno alla vecchia regola.
    Grazie e saluti!

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  6. Caro Puer, se nel 1500 c'è stato bisogno di una riforma, significa che prima qualcosa di grave e sostanziale (per quel poco che ne so molto peggio di ora) non funzionava. Non si può dire, quindi, che prima andava tutto bene e che ora va tutto male. Se su questo siamo d'accordo, possiamo incominciare a discutere sullo stato della vita religiosa e sulle sue eventuali riforme.

    Concordo con voi sul fatto che gli ordini religiosi tradizionali sono in grossa difficoltà. Bisogna interrogarsi sul perchè. Sono diventati obsoleti? Sono troppo lassisti?

    Non ho problemi nel credere che ordini "vecchio stile" raccolgano molte vocazioni. Ciò, però, non significa che debba la strada per tutti. Io, ad esempio, credo che farei molta fatica a stare in un ordine in cui si celebra regolarmente la messa tridentina. Con molta umiltà mi permetto di suggerire che anche le vocazioni come le mie hanno diritto ad una "casa".

    Il bello (e il difficile) della chiesa è la sua pluralità. Ogni ordine ha una sua spiritualità e un suo carisma. Se vogliamo parlare di "riforma" per gli ordini mendicanti, mi pare chiaro che i domenicani adotterano una soluzione diversa dai francescani. Il solo fatto che la "riforma francescana" sia avvenuta con la creazione di un nuovo ordine mi pare sia molto "francescano". E' difficile, invece, immaginarsi la nascita dei "domenicani dell'Immacolata".

    scusate le molte parole. stiamo discutendo di una questione che meriterebbe uno spazio ben diverso da questo e che è al di sopra delle mie conoscenze e capacità.

    ps. nemmeno luca g è frate. si spera lo diventeremo il prossimo anno. nel frattempo ai commenti aggiungete le preghiere. ;p

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  7. Concordo con Luca R. la crisi non appartiene solo all'oggi, basta leggere anche santa Caterina da Siena per comprendere "il puzzo maleodorante che impudriva il giardino della Chiesa" (espressione tipicamente cateriniana ^__^), la Riforma è sempre stata necessaria alla Chiesa, ad ogni generazione, ad ogni epoca storica perchè il nostro Dio non è assente dalla storia e cammina con noi senza evolversi, ma attendendo con pazienza che NOI ci evolviamo sempre più nella perfezione che si fonda soprattutto sulla comprensione...

    Tuttavia a me dispiace quando sento mettere in paragone la Messa antica con il "proprio stare bene" come se fosse "questa Messa con questa forma" a creare il nostro disagio...:-(
    forse non è questo ciò che pensa Luca R. ma chi legge è questo ciò che può comprendere...
    E' vero che molto dipende da come si celebra la Messa, ma quando ho scoperto e pregato con la Messa antica, mi è sembrato di stare nell'anticamera del Paradiso e pur continuando ad andare alla Messa NOM nella mia parrocchia, il mio cuore si è aperto di più durante la celebrazione proprio grazie alla forma antica che mi ha permesso di cogliere delle sfumature che con il chiasso e l'attivismo della Messa NOM non mi era stato possibile focalizzare e assaporare...Ha ragione Benedetto XVI quando dice nel MP che tale forma antica arricchisce e aiuta il NOM e non potrebbe essere diversamente giacchè il NOM non viene dal nulla ma da questa Messa antica e non il contrario...;-)

    I Domenicani non hanno bisogno di fondare un altro ramo perchè la Vergine Maria è già Patrona dell'Ordine e il compito che esso ha ricevuto attraverso il Santo Rosario (con tutto ciò che questo ministero-apostolato comporta) rende questa Famiglia unica, compatta, UNA, arricchita da tante Congregazioni Femminili, dalle Claustrali, dai Laici, il discorso francescano è ben diverso, erano già diversi rami, uno più è ricchezza, mai impoverimento...

    Preghiamo sempre per le Vocazioni e per voi tutti impegnati a muovere questi primi passi verso un "Fiat" più grande!

    Buona Quaresima a tutti!

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  8. caterina, i miei commenti, qui e altrove, riguardo alla messa in latina vanno intesi in questo senso: la liturgia è un mezzo per pregare ed entrare in comunione con Dio. è evidente che ciascuno di noi preferisce alcune modalità ad altre e questo è un bene. in altre parole il rito non va assolutizzato, come se fosse più importante di quello che realmente accade nella sua cornice.

    che la messa in latino ti faccia arrivare "all'anticamera del paradiso", non mi meraviglia nè mi sorprende, ma non può che farmi piacere. però bisogna concedere che per altri sia esattamente il contrario.

    non mi sembra, insomma, di avere opinioni molto diverse dalle tue... dei gusti (o una spiritualità?) diversi, piuttosto.

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  9. ...?? ma la Liturgia, la Messa, spiega Benedetto XVI, "non è luogo per sperimentazioni nè è adattabile secondo i gusti", altrimenti rischiamo non una, ma centomila forme diverse per soddisfare i nostri gusti ed allontanare invece proprio il senso del Sacro come di fatto è accaduto...sono certa che in fondo stiamo dicendo le stesse cose, indubbiamente ^__^ e penso per esempio alle parole di Giovanni Paolo II al Culto Divino nel 2001, disse:
    "Il Popolo di Dio ha bisogno di vedere nei sacerdoti e nei diaconi un comportamento pieno di riverenza e di dignità, capace di aiutarlo a penetrare le cose invisibili, anche senza tante parole e spiegazioni. Nel Messale Romano, detto di San Pio V, come in diverse Liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualsiasi Liturgia."

    Diversamente non si spiegherebbe questa sorta di "riforma" apportata da Benedetto XVI proprio nel modo di celebrare il NOM e nel dare a chiunque lo desiderasse, la possibilità di seguire il VOM proprio per comprendere il vero senso della Liturgia...

    Grazie per questi approfondimenti ;-)

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  10. sì è così, anche se confesso un'insana passione per le messe beat! ;p

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  11. aaaaaaaaaaaaaaahahahahahah SCOMUNICATO!!!!
    ;p io sono una convertita perchè ho suonato con la chitarra a molte Messe ahahahahah ^__^
    e fraternamente ugualmente ti abbraccio!

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