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20 maggio 2010

XXXIV-XXXVI. Mandare a memoria

Paragrafo 35 della lettera di Umberto ai domenicani: mandare a memoria.


XXIV. Fratelli carissimi, abbracciamo di buon grado la madre di ogni virtù: l'umiltà che Cristo insegnò a parole e, nondimeno, mostrò con il suo esempio. Lui, che si disse anche mite ed umile di cuore e ci invitò ad imitarlo: Imparate da me, disse, che sono mite ed umile di cuore (Mt 11). Ricordatevi di quel tale che doveva venire accolto dagli antichi padri e fu spedito tra le ossa dei morti per fare loro insulti e riverenze e capisse che, come queste erano indifferenti verso entrambe le cose, così anche lui non si doveva curare delle lodi e degli insulti degli altri (Dalle vite dei Padri del deserto).

XXXV. Arriverete all'umiltà perfetta attravverso questi passaggi: se davvero ripenserete alle vostre mancanze con dolore e desiderio di correggervi; se scaccerete dal cuore ogni sentimento di superiorità; se, disprezzati, non disprezzerete; se vi riterrete veramente morti al mondo; se non desidererete di piacere a nessuno se non a Dio solo; se non temerete di dispiacere a nessuno se non al Signore Dio; se non migliorerete il vostro comportamento alla presenza di altre persone, nè lo peggiorerete nella loro assenza; se vi riterrete inutili veramente e non solo a parole; se desidererete essere considerati di poco valore; se rifiuterete tutto ciò che vi può dare prestigio ed è contro il progresso di tutto l'Ordine; se smetterete di pensare a voi stessi; se, nella vostra coscienza, accuserete voi stessi e scuserete gli altri.

XXXVI. I segni dell'umiltà sono: trascurare la graditudine degli uomini; fidarsi delle opinioni degli altri; ascoltare volentieri le correzioni; chinare il capo; non vestire vesti sgargianti; moderare le risa; non parlare difficile; evitare percorsi tortuosi; ubbidire ai superiori senza discutere; essere pronti a portare rispetto ai propri pari; non disprezzare i propri sottoposti; vivere con semplicità; non portare mai segni di duplicità o finzione; non volere vincere nelle liti.

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3 commenti:

  1. Spesso mi domando: l'imperversare dell'individualismo del nostro tempo, è associabile ad uno ostacolo per la vera umiltà?

    Il confessore mi indicava anche i parametri della "falsa umiltà" per esempio il trascurare la gratitudine degli uomi è giusto, tuttavia non deve penalizzare il bene che da questo possa derivare per esempio Madre Teresa di Calcutta ricevette la gratitudine degli uomini attraverso il premio Nobel per la Pace, un premio donato per altro a persone anche discutibili...o promesso a persone discutibili e comunque per scopi politici che non ci interessano...
    Madre Teresa disse che non avrebbe mai accettato quel Premio se non per il fatto che subito dopo lo vendette per dare il ricavato alle opere di carità che gestiva ^__^

    Se ve la sentite si può approfondire questo particolare che mi ha fatto sempre temere per il mio apprendimento spirituale, cioè, temo sempre di non riconoscere la vera umiltà da quella falsa...o la vanagloria che santa Caterina temeva molto...
    ^__^

    Grazie!

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  2. azzardo la risposta che i problemi nascono quando uno fa qualcosa per avere in cambio un premio (la gratitudine degli uomini).

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  3. ...perfettamente d'accordo Luca R.
    lo dico per esperienza quando per esempio il nostro matrimonio entrò in crisi non al settimo, ma al 17° anno e con molti sforzi compresi che mancava un certo grado di gratuità al dono che avevo ricevuto nella famiglia e nei figli...
    Pretendevo che "tutto" mi fosse dovuto perchè mi sacrificavo, avevo sacrificato il mio lavoro e la mia indipendenza per favorire la famiglia e la carriera del marito (due carriere erano troppo)... certo una crisi non dipesa solo da questo, ma al confessionale riporto i miei peccati non quelli degli altri o del marito ^__^
    Sta di fatto che abbiamo superato la crisi anche per la mia parte di comprensione alla gratuità...

    Ciò che ancora mi confonde un pò, in linea generale, è il limite per comprendere quando subentra una falsa umiltà o quando si cela la vanagloria mascherata dal buon fare...

    A proposito di MEMORIA, non so se la conoscete:

    Tre persone decidono di chiudersi in un convento per una stretta penitenza.
    Ne comprano uno diroccato, lo sistemano e decidono che la loro vita deve essere: preghiera, lavoro e silenzio assoluto.
    Passano 10 anni e dice uno di loro: E' passato un cavallo bianco.
    Passano altri 10 anni di silenzio assoluto, preghiera e lavoro.
    Dice un altro: E' passato un cavallo nero.
    Passano altri 10 anni e dice il terzo: Ehi, se siam venuti qui per
    chiacchierare era meglio starcene a casa!

    ^__^ buona Domenica a tutti e buona Pentecoste!!

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